È di appena qualche ora fa la notizia di una protesta nei pressi del luogo dove qualche giorno fa è divampato un mega incendio che ha generato un’altissima colonna di fumo visibile anche a 30 Km di distanza. Rottami buttati in strada: questa è la protesta messa in atto circa mezz’ora fa dagli autodemolitori di viale Palmiro Togliatti, a Roma, 48 ore dopo l’incendio che ha devastato i loro impianti. La strada ora è chiusa al traffico in entrambe le direzioni. I manifestanti hanno chiesto un incontro con il Campidoglio. L’assessore Alfonsi ha incontrato gli autodemolitori per concordare un nuovo nuovo incontro, questa volta in Campidoglio, per venerdì prossimo. I lavoratori hanno tolto le lamiere dalla strada per riaprirla al traffico.
La Procura ha aperto un fascicolo. L’assessora Alfonsi: «Va capito se è un atto doloso o colposo». Il rogo partito dall’immondizia dall’ex campo nomadi Casilino 900. Gasparri (FI): «Situazione apocalittica». Raggi (M5S): «Certe officine abusive vanno spostate»
Pochi minuti ha impiegato sabato pomeriggio un piccolo incendio di sterpaglie a trasformarsi nel maxi rogo che ha inghiottito tre autodemolitori in Via Palmiro Togliatti. Dall’incendio si è propagata una colonna di fumo nera alta decine di metri visibile anche dal mare e dai Castelli Romani. Paura tra i residenti che hanno visto le fiamme sfiorare alcuni palazzi.
Per il sindaco Roberto Gualtieri e l’assessora comunale all’Ambiente Sabrina Alfonsi dietro l’incendio, sul quale la procura ha aperto un fascicolo per ora senza ipotesi di reato, «c’è la mano dell’uomo, bisogna capire se si tratta di un atto colposo o doloso».
Ieri i carabinieri forestali, con polizia e vigili del fuoco hanno effettuato un sopralluogo per raccogliere reperti di terreno bruciato nella zona dell’incendio dove fino a 12 anni fa sorgeva il campo nomadi più grande d’Europa: Casilino 900, dal quale, nel maggio 2021 l’allora candidato sindaco Gualtieri, iniziò lì la campagna elettorale per le primarie del Pd. «La zona da dove è partito l’incendio era stata sgomberata non più di un mese e mezzo fa e c’era un’area di smistamento dei rifiuti: le fiamme hanno seguito la linea di questi rifiuti per arrivare agli autodemolitori», continua l’Ass.re Alfonsi, che non si sbilancia sull’ipotesi mafiosa.
Il procuratore capo Franco Lo Voi ha parlato al telefono con Gualtieri per fare il punto sull’emergenza incendi nella Capitale (quattro di grosse dimensioni in meno di un mese), mentre il Campidoglio ha annunciato un esposto in procura. Solo da giugno i carabinieri del comando provinciale hanno bloccato 10 piromani: uno arrestato e gli altri denunciati. Intanto il Comune stanzierà 3 milioni di euro per la manutenzione straordinaria degli idranti e l’acquisto di autobotti. Sarà aggiornata la mappa delle zone a rischio incendio. «Dietro a ogni rogo c’è la filiera dei rifiuti», ricorda Alfonsi che, dopo quello a Malagrotta di metà giugno, ha annunciato la riattivazione dell’impianto di Guidonia e della discarica di Albano.
E gli incendi alimentano la polemica politica. L’ex sindaca Virginia Raggi scrive su Fb: «Come chiedo da anni gli sfasciacarrozze vanno delocalizzati. Avevo avviato l’iter ed hanno provato a fermarmi. Ormai non ci sono più scuse». E il commissario romano di Forza Italia Maurizio Gasparri attacca il sindaco: «A Roma situazione apocalittica».
Durante le fasi concitate dell’incendio, sembrerebbe che alcuni operatori e giornalisti siano stati addirittura minacciati, così riporta il giornalista Franco Scarsella sul suo profilo Twitter:
” Mentre documentavano le fasi dell’incendio,alcuni colleghi e cineoperatori sono stati aggrediti. “Andate via o vi ammazzo. Vi sfasciamo tutto,che state riprendendo?Volete fare dei servizi?”Minacce di alcune persone nei pressi delle strutture bruciate. Perché? Quale timore?”
“Andremo avanti con gli impianti per i rifiuti. Non ci faremo intimidire”, ha aggiunto il primo cittadino. La Procura di Roma ha spiegato che non si esclude alcuna pista. Al momento chi indaga “non può escludere nulla” anche se, in base a quanto si apprende, è troppo presto per ipotizzare moventi mafiosi.
Il pomeriggio di paura degli sfollati, rientrati soltanto in tarda serata
Le fiamme hanno continuato a bruciare tra il confine tra i Municipi V e VII, avvicinandosi anche alle abitazioni. In via Fadda quattro palazzine sono state fatte evacuare per precauzione dopo che la tenda del balcone di un appartamento al civico 131 ha preso fuoco. Chi è stato costretto a lasciare la propria casa ha potuto farvi ritorno soltanto in tarda serata, con la Protezione Civile che aveva già allestito con la Croce Rossa una soluzione ponte per l notte.
La polemica sugli autodemolitori
Una sequenza di incendi iniziati il 15 giugno con il rogo nell’ex megadiscarica di Malagrotta, che a distanza di oltre un mese ancora non si è interrotta e che ha causato danni pesantissimi: “Ormai è chiaro che Roma è aggredita dai piromani. Se si tratti di cani sciolti o di criminalità organizzata ce lo diranno gli inquirenti”, ha detto Claudio Mancini, deputato del Partito Democratico”, mentre Roberto Morassut ha ipotizzato “un’azione di ‘terrorismo ecologico’ finalizzata a contrastare la possibilità di ricondurre la politica dei rifiuti in un alveo pubblico e trasparente”.
Spunta la pista dei rom
Non sarebbe un caso che l’incendio sia partito lungo la via Casilina, a ridosso dell’ex campo rom Casilino 900. È qui, in quest’angolo del parco, che avevano trovato riparo fino a pochi giorni fa alcuni nomadi poi sgomberati, come era accaduto nei mesi precedenti ad altri nuclei accampati nel “pratone” del Parco di Centocelle. Famiglie che, forse, avevano tutta l’intenzione di non cedere il “loro” territorio, a dispetto della riqualificazione avviata dal Campidoglio che prevede una serie di bonifiche della discarica lasciata tra i rovi, in pratica un centro di smistamento illegale dei rifiuti. E le fiamme di sabato hanno, di fatto, bloccato la programmazione. Ad avvalorare la pista dolosa, il fatto che ci siano più punti di innesco delle fiamme: oltre a quello a ridosso della Casilina, almeno un altro sarebbe stato localizzato più a monte.