Home Cultura e Spettacolo “Persone naturali e strafottenti” dopo 40 anni ancora scandalo

“Persone naturali e strafottenti” dopo 40 anni ancora scandalo

da redazione
Sono trascorsi ben 40 anni dallo scandaloso esordio, dalla censura e dalle denunce che non mancarono e adesso, fino al 24 aprile, l’opera “Persone naturali e strafottenti” di Giuseppe Patroni Griffi con la regia di Giancarlo Nicoletti torna a teatro presso l’elegante Sala Umberto di Roma.
Se anche adesso lo spettacolo trasmette estremo realismo e crudezza con una messa in scena vietata ai minori di 14 anni, è parimenti anche interessante la potente tensione emotiva che suscitano i quattro protagonisti che portano, ognuno a modo proprio, croci e delizie passate e presenti. I drammatici temi trattati hanno un tocco violento pari alla nuda realtà delle situazioni rappresentate e, dunque, colpiscono ancora molto forte. Sono tutte forme di schiavitù più o meno svelate: emarginazione, prostituzione, razzismo e discriminazione. All’epoca fu tanto innovativo quanto scandaloso mostrare l’omosessualità in modo plateale (c’è una scena di violenza tra uomini in cui un nero approfitta di un bianco). Ora la novità è che questo testo torna a distanza di tantissimi anni e affida il ruolo che fu di Pupella Maggio all’attrice partenopea Marisa Laurito. Ad affiancarla ci sono Giovanni Anzaldo, Giancarlo Nicoletti che fa Mariacallas e Livio Beshir. Scorre però anche dell’ironia nella tragedia rappresentata perchè, come da legge teatrale sempre accade, è proprio dalle tragedie più abissali che scatta la molla dell’ironia.
Al centro della piece vibrano quattro drammatiche solitudini, strette e stravolte da sentimenti differenti, inchiodate, loro malgrado, ai margini del tessuto sociale. Le vediamo vivere in un’altra Napoli, una realtà partenopea sconosciuta alle luci divertenti e folcloristiche; una sotterranea città oscura, sempre poetica ma capace di scatenare scandalo e sconcerto. Qui si ritrovano, da anime imperfette, quattro esistenze dilaniate dall’essere fuori dagli schemi: la padrona di casa, Donna Violante, che è anche l’ex serva di un bordello; Mariacallas che è un travestito che si prostituisce; Fred che è un giovane omosessuale; Byron che è nero, ed è uno scrittore animato dalla sete di vendetta per tutto ciò che ha subito. Dicotomie, sfortune, rassegnazione, aneliti di libertà: tutto si confonde per restare intrappolati, tutti e quattro, in un confine che esclude questa umanità altra dal contesto comune, eppure come non mai, dolorosamente e non solo, vi appartiene.

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