Dal 30 novembre al 6 dicembre 2024, la storica Associazione Culturale Lavatoio Contumaciale di Roma ospiterà la mostra d’arte “Dal Corpo/Gioco al Corpo in Gioco”, un progetto curato da Carla Guidi, che esplorerà attraverso le opere di quattro artisti contemporanei il rapporto tra corpo, immaginario e linguaggi nella costruzione del Sé. La mostra si terrà presso la sede storica dell’associazione, in Piazza Perin del Vaga 4, nel cuore di Roma, un luogo simbolico che porta con sé un ricco passato legato alla cultura e all’arte. L’ inaugurazione è fissata per Sabato 30 novembre 2024, ore 17:30 con
ingresso libero. L’esposizione sarà un viaggio nel corpo e nell’immaginario. I protagonisti della mostra sono Antonio Croce, Angelo Falciano, Marina Muzzini e Vinicio Prizia, quattro voci artistiche che, attraverso il segno pittorico e grafico, raccontano storie intime e collettive del corpo come elemento simbolico e trasformativo. Le loro opere si confrontano con il tema della rappresentazione corporea, partendo dalla dimensione del gioco come metafora della crescita e della perdita, fino a riflettere sulle attuali sfide culturali e sociali legate alla percezione del corpo nell’era digitale.
Il titolo della mostra, “Dal Corpo/Gioco al Corpo in Gioco”, invita a una riflessione sul corpo come strumento di espressione, ma anche come elemento di gioco simbolico, tra desideri, ricordi e trasformazioni sociali. In un’epoca segnata dalla digitalizzazione e dalla “liquefazione” delle realtà tangibili, il corpo diventa una dimensione da esplorare in modo introspettivo, al di là dei consumi e delle deformazioni imposte dalla società. Ogni opera esposta esplora il corpo da un punto di vista diverso: come oggetto di desiderio, come giocattolo perduto o temuto, come figura in movimento che interagisce con l’ambiente e le sue trasformazioni. Il corpo non è più statico, ma entra in gioco, interagisce con il suo ambiente, diventa parte di una narrazione visiva che si fonde con il mondo delle emozioni e dei ricordi.
Passiamo in rassegna i vari artisti aderenti alla mostra.
Antonio Croce, con la sua passione per l’incisione e la pittura veloce, esplora la dimensione del corpo in relazione alla memoria e alla sofferenza. Una tipologia di pittura che richiede grandi doti di sintesi oltre che il padroneggiare le tecniche. Negli anni dell’Accademia di Belle Arti di Roma infatti, Croce aveva seguito il corso di incisione tenuto da Arnoldo Ciarrocchi, un’esperienza che evidentemente ha attivato la sua passione per queste tecniche. La tematica di questa mostra porta in superficie ricordi non piacevoli della sua infanzia, segnata dalla povertà e dall’esclusione, poiché la crudeltà e gli atti di potere si manifestano sempre a svantaggio dei più fragili. Nei suoi dipinti e incisioni, il corpo appare rappresentato come una forma fragile e segnata, evocando l’infanzia e le difficoltà legate all’esclusione sociale. Le sue opere, realizzate con un’abile capacità originale, rimandano a temi universali di lotta e speranza, utilizzando il corpo come veicolo di memoria. Dipinge Giostrina di periferia nel 1984, su bozzetto preparato a Brescia dove ha vissuto per un periodo, per esigenze lavorative di insegnamento. Nell’opera pennellate e colori ricordano un po’ gli artisti della cosiddetta “Scuola romana”, in particolare la Scuola di via Cavour, distintasi per una più spiccata attitudine espressionista.
Angelo Falciano, può essere definito figlio d’arte poiché suo padre, pur non essendo artista ma letterato, lo aveva portato giovanissimo con sé nelle sue frequentazioni di grandi artisti nei loro studi. Con il suo talento precoce, propone opere che esplorano il corpo in un contesto di lotta e trasformazione. Allievo del pittore e incisore Bruno Canova, Falciano a soli quindici anni pubblicherà una cartella di acqueforti, presentata da Renzo Vespignani. Incisore, pittore e scultore quindi, ha raffigurato per un certo periodo corpi possenti ma spesso raggomitolati e come prostrati sotto un peso invisibile, in qualche modo l’origine della sua indagine sulla materia, per poi approdare ad un Espressionismo astratto ma quello rappresentato in anteprima da Roberto Matta, in definitiva corpi dalle sembianze postumane come quelli di Francis Bacon, Henry Moore, Alberto Giacometti. Le sue sculture e incisioni rivelano corpi raggomitolati, in bilico tra la vita e la morte, e un’esplorazione viscerale della materia, che diventa segno di sofferenza e di resistenza. L’artista combina sempre in modo significativo elementi e tonalità. L’influenza di grandi maestri come ad esempio Francis Bacon oppure Henry Moore si percepisce nelle sue creazioni, che riflettono il tema del corpo come una struttura fragile, destinata a mutare. Il segno è rimasto sempre potente e magistrale anche se a volte queste strutture potrebbero avvicinarsi a rappresentare piuttosto strutture ossee corrose dal tempo, corazze dismesse dopo una battaglia. Rimane però sempre lo stilema delle cornici che provvedono a definire spazi discreti, coniugandoli ad altri mondi che si affacciano o spariscono in un tripudio di allusioni coloratissime.
Marina Muzzini, specializzata in Scenografia Teatrale presso l’Accademia di Belle Arti di Roma con il Maestro Toti Scialoja, fa esperienza presso il Teatro Nazionale di Praga con l’artista Arch. Vladimìr Nyvlt e approfondisce le tecniche di incisione e stampa calcografica sotto la guida dell’artista nazionale ceca Bohunka Waageovà. Artista curiosa e dinamica, completa la sua ricca formazione seguendo anche uno stage di regia presso l’Istituto Cinematografico di Pechino. colpisce questo suo prodursi sia in opere pittoriche coloratissime, sia in opere incisorie in bianco e nero, con la stessa intensità espressiva. Colpisce la sua modalità di giocare con la dualità tra il “Mondo dentro” e il “Mondo fuori”, esplorando le tensioni tra l’inconscio e l’emotività attraverso opere pittoriche e incisorie. Le sue incisioni a bulino e i suoi dipinti esprimono una potente energia emotiva, tra il sogno e la realtà, come nel caso di End of Quarantine (2021), che trasmette l’esplosiva sofferenza post-pandemica. La Muzzini indaga il corpo come spazio di conflitto e libertà, invitando lo spettatore a confrontarsi con il proprio mondo interiore e con la realtà esterna. Realizza sia opere pittoriche coloratissime sia opere incisorie in bianco e nero con un equilibrio dinamico tra mondo dentro e mondo fuori, la storia, l’inconscio, gli affetti, i legami.
Vinicio Prizia, pittore e incisore, si avvicina all’arte da giovanissimo e la sua produzione artistica riflette sul corpo come simbolo di trasformazione e di interrogazione sociale. All’Accademia di Belle Arti di Roma perfeziona il suo stile, contemporaneamente entra nello studio di Jean Pierre Velly, da cui apprende i segreti degli antichi maestri; dal 2002 è Direttore Artistico e curatore del Centro per l’Incisione e la Grafica d’Arte del Comune di Formello. Oltre a dedicarsi alla sua opera didattica ed organizzativa, in quanto direttore del Centro, come artista si esprime prevalentemente con la pittura acrilica e rimane fedele ad una sua ricerca iniziata a partire dal 1984; un viaggio che si potrebbe definire come variazioni oniriche sul tema del corpo. Le sue opere spesso letteralmente ipnotiche catturano lo sguardo e lo avvincono: “giocano” ad indagare l’anatomia e l’essenza del corpo non solo umano, fondendo il simbolismo della tradizione con una critica sociale ironica e provocatoria. La sua arte esplora la “leggerezza inquietante” del corpo moderno, dove le strutture fisiche si mescolano con il surrealismo e la satira, creando un linguaggio visivo potente che sfida le convenzioni culturali e sociali.
Tre gli eventi speciali inseriti durante l’esposizione di cui il primo in occasione del vernissage il 30 novembre 2024, ore 17:30 che proporrà arte, poesia e musica, con una performance dal vivo dei musicisti Michele Venditto Tuozzolo e Lorenzo Labagnara (Gruppo Fricfolk), che intrecceranno fiati e percussioni in una trama sonora estemporanea che si armonizzerà con le opere degli artisti, creando un’esperienza sensoriale unica.
Altra occasione interessante è fissata per il 4 dicembre 2024 (ore 17:30) con la presentazione del libro “Animal/core” di Carla Guidi, a cura dell’attrice Simona Verrusio. Il libro esplora il legame tra l’anima e il corpo, tematizzando il conflitto tra il naturale e l’innaturale.
Infine ultima data con evento speciale sarà il 6 dicembre 2024 (ore 17:30) con il Finissage che vedrà la presentazione del libro “Tra Futuro e Futuro” di Pietro Zocconali, un’opera che mescola scienza e fantasia per immaginare il destino dell’umanità, dal Sistema Solare all’infinito universo, tra catastrofi e visioni futuristiche.
Questa mostra rappresenta una riflessione profonda e poliedrica sul corpo e sul suo ruolo nella società contemporanea. “Dal Corpo/Gioco al Corpo in Gioco” non solo indaga la corporeità come elemento fisico, ma esplora anche la dimensione psichica e simbolica, invitando il pubblico a confrontarsi con le proprie percezioni, emozioni e fragilità. La mostra è un’occasione imperdibile per immergersi in un’esperienza sensoriale che unisce arte, memoria, e futuro, offrendo uno spazio di riflessione sull’identità e sulle sfide del nostro tempo.
A patrocinare la mostra diverse realtà istituzionali: Comune di Formello, Assessorato alla Cultura, Centro per l’Incisione e la Grafica d’Arte del Comune di Formello, Fondazione Filiberto e Bianca Menna, Lavatoio Contumaciale e FigurAzioni.
Alessandra Battaglia
Riepilogo info
“Dal Corpo/Gioco al Corpo in Gioco”
mostra d’arte
curatrice la dott.ssa Carla Guidi
dal 30 novembre al 6 dicembre 2024
presso il Lavatoio Contumaciale
in Piazza Perin del Vaga 4,Roma
inaugurazione Sabato 30 novembre 2024, ore 17:30
Opere di Antonio Croce, Angelo Falciano, Marina Muzzini, Vinicio Prizia
4 dicembre 2024 (ore 17:30) presentazione del libro “Animal/core” di Carla Guidi a cura dell’attrice Simona Verrusio.
6 dicembre 2024 (ore 17:30) Finissage e presentazione del libro “Tra Futuro e Futuro” di Pietro Zocconali
TUTTI GLI EVENTI SONO AD INGRESSO LIBERO