Lieto fine per la vicenda horror di un 38enne di Castel Gandolfo sequestrato per 18 ore da 5 uomini che lo hanno percosso e torturato riducendolo in un letto d’ospedale in fin di vita.
Dopo una complessa e prolungata attività investigativa, iniziata nell’immediatezza dell’acquisizione della notizia di reato, i Carabinieri di Castel Gandolfo hanno fatto scattare le manette per 5 persone, di età compresa tra i 35 e i 66 anni, tutte già con precedenti, ritenuti gravemente indiziati, in concorso tra loro, dei delitti di sequestro di persona, tentata estorsione, rapina aggravata, lesioni personali aggravate ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone, consumati nei confronti di un 38enne di Castel Gandolfo.
L’inizio dell’attrice vicenda risale ad inizio settimana, lunedì la vittima, un 38enne, in stato di shock, con volto gravemente tumefatto e con ferite diffuse per tutto il corpo, correva a chiedere aiuto alla portineria di un comprensorio nella frazione “Laghetto” di Castel Gandolfo. Subito soccorso dai Carabinieri e dal personale del 118, che lo trasportava in ospedale dove, per le lesioni riportate, l’uomo veniva ricoverato in prognosi riservata. Era coperto di traumatismi multipli sul volto e riportava una lesione della gamba sinistra, la perforatura di un timpano, la rottura del setto nasale e lesioni interne polmonari.
Condizioni gravi in cui il giovane è stato ridotto da cinque persone che li hanno rapito e percosso. A quanto dichiara la vittima, nel pomeriggio di domenica 2 ottobre tre persone erano arrivate nella sua abitazione, che ha in affitto. Una volta entrati i tre, tra i quali c’era il proprietario di casa, lo avrebbero violentemente malmenato. Si ipotizza infatti che il mandante della spedizione punitiva per canoni di affitto non saldati, per un importo complessivo di circa 2000 euro, sua proprio il padrone di casa.
Poi i tre soggetti avrebbero caricato l’affittuario su un’autovettura, avviandosi verso una villetta isolata di Castel Gandolfo, dove, ad attenderli c’erano altri due complici. E lì gli indagati, dopo aver rapinato il 38enne del telefono cellulare e del portafoglio contenente 400 Euro in contanti, lo avrebbero sottoposto ad una dura mattanza. Percosse ripetute con calci, pugni e l’uso di un bastone metallico hanno quasi ucciso l’uomo che riporta una profonda ferita ad una gamba infertagli, pare, con un machete.
Dopo le percosse, il gruppo avrebbe costretto la vittima a passare la notte dormendo sul pavimento, sorvegliato a turno, per poi chiedere l’indomani mattina, ad un conoscente del 38enne, la somma di 5000 Euro, da consegnare al proprietario di casa ed ai suoi complici, pena la recisione di un orecchio e delle dita delle mani nonché subire atti carnali.
Qui, fortunatamente, arriviamo al lunedì mattina e alla svolta con la fuga della vittima. Il rapito, chiedendo di poter espletare un bisogno fisiologico, con scaltrezza entra in bagno ed apre il rubinetto dell’acqua per confondere il rumore dell’apertura della finestra del bagno. Poi riesce a scappare furtivamente dai suoi sequestratori e correre attraverso le campagne circostanti per chiedere aiuto.
I militari hanno individuato l’abitazione teatro delle violenze, rinvenendo e repertando il machete ancora sporco di sangue, vari fazzoletti di carta utilizzati dalla vittima per asciugarsi le ferite, mozziconi di sigaretta con tracce ematiche nonché un’asta per tende spezzata in più punti. Poco dopo, i Carabinieri hanno rinvenuto l’auto usata per trasportare il 38enne alla villetta, dove all’interno sono state repertate tracce ematiche sui sedili posteriori, dove era stato caricato il malcapitato.
Le operazioni incessanti dei Carabinieri di Castel Gandolfo hanno avuto successo e, dopo ricerche durate per tutta la giornata, sono riusciti ad identificare e a rintracciare tutti gli uomini gravemente indiziati degli efferati reati, alcuni dei quali avevano trovato rifugio in un appartamento, privo di campanello e di assegnatario, all’interno del complesso residenziale “Serpentone” del Corviale.
I cinque indagati -presunti innocenti fino a condanna con sentenza irrevocabile – sono stati sottoposti a fermo di iniziativa da parte dei Carabinieri e associati in varie Case Circondariali del territorio nazionale.
La Procura della Repubblica di Velletri ha richiesto ed ottenuto la convalida del fermo dal GIP dell’omonimo Tribunale che nei confronti dei 5 indagati ha disposto la misura cautelare in carcere.