Ha debuttato con successo ieri sera al teatro ‘Ambra Jovinelli’ di Roma l’adattamento firmato dalla regia di Antonio Zavattieri con protagonisti Alberto Giusta e Alessia Giuliani. George è Doris, i due personaggi della esilarante commedia “Alla stessa ora il prossimo anno” hanno proprio questa unica regola a cui essere fedeli: incontrarsi un weekend all’anno nello stesso posto ogni anno come decidono, quasi in una romantica scommessa, la prima volta che la scintilla della passione li avvolge. È il 1951 quando si incontrano la prima volta e da subito parte un corteggiamento fuori dagli schemi tradizionali. Così originale da sostituire ai classici fiori l’omaggio di una succosa bistecca che li legherà ben oltre il 1975 in una vera e propria relazione d’amore. A scrivere il testo su cui di basa la pièce è stato il celebre autore canadese Bernard Slade che appartiene a quella prolifica ondata autori statunitensi che nel secolo scorso hanno prodotto molte intelligenti e brillanti commedie tuttora attualissime. In scena vivono non solo le evoluzioni personali dei protagonisti ma si approfondisce anche il rapporto tra uomo e donna facendo riflettere a 360 gradi sul rapporto umano.
La versione che va in scena fino al 23 gennaio 2022 allo Jovinelli conquista e diverte molto il pubblico che si immerge in questo splendido viaggio nel tempo e nelle emozioni, lasciandosi conquistare dal romanticismo e dal lato ironico che si percepisce. La folla esce dal Teatro divertita ma anche commossa forse perché realizza, in un periodo così complesso, di aver dedicato uno spazio importante a riflettere sulle relazioni e sul modo in cui, nonostante gli avvenimenti esterni – e nell’arco temporale del racconto ne passano anche di gravi e drammatici- i sentimenti, alimentati e protetti, sono l’unica salvezza e forza che abbiamo.
La produzione de “Alla stessa ora, il prossimo anno” è un atto unico della durata di due ore e la produzione, anno 2021, è condotta dal
Teatro Stabile di Verona. La storia d’amore portata in scena corre mostrando le loro peripezie sentimentali – tra famiglia, lavoro, movimenti sociali e politici e ovviamente adulterio, -nell’arco di circa un quarto di secolo. Ma l’andirivieni cadenzato di 365 giorni, puntuale come l’alba di una nuova rivelazione, fa ben intuire che probabilmente non avrà mai fine. Ecco perché questo lasciarsi condurre a viaggiare nel tempo avvince gli spettatori nel seguire le vicende dei due amanti che ogni anno si ritagliano una pausa dalla consuetudine delle loro vite per condividere amore e consigli.
La piece è composta di sei quadri dedicati ai week end che la coppia clandestina si concede. Oltre ai cambiamenti delle persone protagonisti sfilano i cambiamenti epocali in una digressione romantica per regalarsi una escalation di emozioni tra metamorfosi e fragilità.