Home Cultura e Spettacolo “Avevo gli occhi belli”: un libro che spezza il silenzio e ci riguarda

“Avevo gli occhi belli”: un libro che spezza il silenzio e ci riguarda

Nella rassegna letteraria a Fiumicino parla del femminicidio di Anna Borsa

da redazione

Si è svolto nei giorni scorsi, presso La Grooveria di Fiumicino, il quarto appuntamento della rassegna “Cadenze Letterarie”, che ha visto protagonista il libro “Avevo gli occhi belli” di Valentina Iannaco, edito da Armando Editore. Protagonista dell’incontro è stato il testo dedicato ad Anna Borsa, giovane donna vittima di femminicidio nel 2022. L’incontro, intenso e partecipato, ha trasformato la letteratura in uno spazio di ascolto, memoria e riflessione collettiva sul tema urgente della violenza di genere.

“Non è solo un libro. È un grido. È una carezza per chi non c’è più… e per chi resta.”

Così si è aperto ieri sera Cadenze Letterarie, illuminando il volto e il cuore di chi ascoltava, in riva al mare. Nel 2024, secondo i dati del Ministero dell’Interno, sono state uccise in Italia 120 donne, di cui 88 in ambito familiare e affettivo. Al 31 maggio 2025, i femminicidi sono già 67, di cui 55 per mano di partner o ex partner. Questi numeri non sono solo dati: sono vite. Sono madri, figlie, sorelle. Ogni tre giorni una donna viene uccisa. E dietro ogni numero c’è una storia che qualcuno non ha voluto ascoltare. Al centro della serata la storia della giovane donna uccisa nel 2022 mentre lavorava. Anna Borsa sognava la normalità, un lavoro, una vita tranquilla. È stata assassinata da chi non ha saputo amare.

Questo deve indurre a riflettere, indipendentemente dalla vicenda in sede giudiziaria che ha comminato la pena dell ergastolo per l’assassino di Anna Borsa, simbolo di una ferita collettiva. Infatti lo scorso  gennaio 2025 è arrivata la sentenza: Alfredo Erra, 42 anni, è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Anna Borsa, la giovane donna di 30 anni uccisa il primo marzo 2022 all’interno di un salone da parrucchiere a Pontecagnano Faiano (Salerno), dove lavorava. Quella mattina, l’uomo la seguì nello sgabuzzino in cui si era recata per lavarsi le mani e le sparò un colpo alla tempia. Un’esecuzione fredda, che pose fine a un incubo di violenza che Anna (nella fotografia sotto) aveva già denunciato.

La Corte d’Assise del Tribunale di Salerno ha riconosciuto tutte le aggravanti, tra cui la premeditazione. Una sentenza che segna un momento di verità per la famiglia, che non ha mai smesso di credere nella giustizia.

Nel 2024, a due anni dall’omicidio, il fratello Vincenzo Borsa ha fondato l’Associazione “Anna Borsa”, per mantenere vivo il ricordo della sorella e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla violenza di genere. L’associazione ha accompagnato con forza il processo, e oggi ha salutato il verdetto con parole semplici e potentissime: «Giustizia è fatta. Non ce la riporterà indietro, ma nella giustizia abbiamo sempre creduto».

A raccogliere il testimone della memoria è anche il libro Avevo gli occhi belli, scritto da Valentina Iannaco, autrice salernitana alla sua prima prova narrativa. In questo intenso monologo, è Anna stessa a prendere la parola, in una narrazione che intreccia ricordi, pensieri, sogni, e soprattutto le parole mai dette. È un grido che attraversa le pagine e si fa carne, diventando atto politico e poetico, restituzione di una voce che è stata strappata via con la violenza.

Perché Anna non è solo una vittima. È il simbolo di tutte le donne lasciate indietro. E oggi, grazie a chi ha avuto il coraggio di raccontare e lottare, la sua voce torna a farsi sentire. Contro il silenzio. Contro l’oblio. Contro ogni forma di resa.

La Corte d’Assise del Tribunale di Salerno ha riconosciuto tutte le aggravanti, tra cui la premeditazione. Una decisione che ha segnato un momento di verità e di sollievo per la famiglia, che non ha mai smesso di credere nella giustizia. Ricordiamo le parole (gennaio 2025) del legale Stefania De Martino che, visibilmente commossa, dichiarava:

«È una sentenza giusta, per Anna e per tutto quello che è successo» (omissis) «Non riconoscere la premeditazione sarebbe stata un’impresa troppo difficile».

In un post commosso sui social, l’associazione “Anna Borsa”, fondata dal fratello Vincenzo per tenere vivo il ricordo della giovane donna, aveva scritto: «Giustizia è fatta. Non ce la riporterà indietro, ma nella giustizia abbiamo sempre creduto». Parole che risuonano come un epitaffio civile, ma anche come un punto di ripartenza. È in questo solco che si inserisce il libro a lei dedicato, un’opera corale che non vuole solo ricordare, ma interrogare il lettore. Perché Anna non è solo una vittima: è il simbolo di tutte le donne lasciate indietro, di tutte le urla che nessuno ha voluto ascoltare. La sua storia è ora memoria viva. Valentina, con voce trattenuta e sguardo fermo, ha raccontato l’urgenza che l’ha spinta a scrivere:

“Ho dato ad Anna le parole che non potrà mai dire. Scrivere questo libro ha significato accoglierla nel mio respiro, restituirle il tempo che le è stato tolto.”

Ha poi presentato il libro in modo emozionante e sentito, tanto che molti hanno avuto la percezione che lei stessa fosse una parente della vittima, una sorella. Valentina ha raccontato come questo libro sia nato da un’urgenza profonda, e dalla connessione emotiva intensa con la storia di Anna Borsa. Ha descritto la genesi dell’opera come un processo doloroso ma necessario, un percorso condiviso con la famiglia Borsa, e in particolare con il fratello Enzo, figura centrale nel sostegno e nella memoria. Ne è emerso il ritratto di una ragazza solare, amata, che cercava solo normalità e serenità. Il suo ricordo è stato restituito con rispetto, empatia e autenticità. La narrazione di Valentina ha toccato corde profonde nel pubblico, rendendo Anna viva nella voce di chi l’ha raccontata come fosse sangue del proprio sangue. Ha narrato la genesi dell’opera, la sua vicinanza con la famiglia Borsa e in particolare con il fratello Enzo, con cui ha condiviso il dolore, il rispetto e il desiderio comune di far vivere ancora la voce di Anna.

Accanto a lei, Mauro Valentini, curatore della collana “Dentro le storie” ha sottolineato la responsabilità collettiva:

“Serve il coraggio di nuove narrazioni. Questo libro non parla solo di femminicidio. Parla del silenzio che abbiamo attorno e dentro di noi. E ci chiede di romperlo.”

E ha aggiunto con forza, coinvolgendo tutto il pubblico:

“Il lettore attento legge per capire se quella storia lo riguarda. E questa lo riguarda, eccome. Perché questa non è una tragedia privata. È una ferita collettiva. Genitori, adolescenti, scuola, istituzioni: tutti dobbiamo essere vigili. Perché nessuno è al sicuro se la cultura dell’amore si trasforma in possesso.”

La psicologa Sonia Buscemi ha aggiunto una riflessione fondamentale:

“Quando una donna viene uccisa, non muore solo lei. Muore anche una parte di chi la amava, di chi le credeva. E per ricostruire, servono parole che curano.”

Ha poi specificato un concetto spesso frainteso:

“Occorre anche devittimizzare la vittima. In psicologia, parliamo di legame traumatico o di resistenza silenziosa: dinamiche in cui la donna, pur consapevole del pericolo, si adatta per proteggere gli altri. Pensa: ‘Se è aggressivo con me, lo sarà anche con chi mi difende. Sa dove vivono i miei familiari.’ In quel momento, non è debolezza: è una forma estrema di protezione. È un sacrificio consapevole, una strategia tragica. E come società dobbiamo saperlo leggere. E accoglierlo.”

La mental coach Maria Grazia Imbimbo ha tracciato il percorso interiore verso la consapevolezza:

“Bisogna imparare a riconoscere il pericolo nelle proprie emozioni. È solo conoscendoci che possiamo salvarci.”

E ha aggiunto con sensibilità:

“Prima di poter aiutare gli altri, dobbiamo prenderci cura di noi stessi. È da lì che nasce ogni forma sana di relazione, di ascolto, di presenza.”

Ha moderato Sergio Mingrone, co-promotore di Cadenze Letterarie. Con la sua voce e la sua presenza ha trasformato le letture in momenti di intensa emozione condivisa. Le sue parole hanno dato corpo alle assenze, rendendole presenza viva:

“Quando leggo queste righe, sento Anna accanto. Le parole le hanno ridato carne. E la carne chiede giustizia, ma anche memoria.”

Presente anche la Consigliera comunale Federica Cerulli, la cui partecipazione ha avuto il peso di una dichiarazione politica autentica:

“In certi luoghi non si viene per apparire. Si viene per esserci. E io volevo esserci.”

Ha poi dichiarato:

“Il nostro impegno su questi temi parte dalle scuole del territorio. Abbiamo già un programma in essere, e nei prossimi mesi lo potenzieremo con il supporto diretto dei dirigenti scolastici. Perché educare al rispetto e alla consapevolezza è il primo atto concreto contro ogni forma di violenza.”

Un momento particolarmente toccante è stato il coro spontaneo del pubblico:

“Siamo arrivati con uno stato d’animo, con delle idee e conoscenze… ce ne andiamo arricchiti. Culturalmente. Umanamente.”

Purtroppo le donne, anche molto giovani, vittime di violenza di genere sono moltissime, il nostro direttore Alessandra Battaglia, ha presentato un incontro con il papa di Giulia Cecchettin, Gino, a Grottaferrata, il 2 giugno scorso (cliccando qui il videoservizio con le interviste). Anche Giulia Cecchettin vittima dell ex fidanzato Filippo Turetta. La ragazza venne  inseguita, picchiata e accoltellata. Il suo femminicidio per mano di Turetta, che si scagliò sulla giovane accoltellandola 75 volte, venne fatto per “motivi vili e spregevoli, dettati da intolleranza per la libertà di autodeterminazione della giovane donna, di cui l’imputato non accettava l’autonomia delle anche più banali scelte di vita”. Storie come questa non devono mai più ripetersi e il nostro impegno deve essere massimo, compatto, forte per non lasciare indietro nessuna donna. 

Storie di ragazze comuni che diventano libri simbolo di una lotta che non deve arrestare di un millimetro.

A Fiumicino, tra le mani di una partecipante, un gesto che ha toccato molti: un ritaglio del quotidiano La Provincia, con il titolo: “Si parla di libri in riva al mare”. Vederci raccontati tra le pagine di carta, con quella semplicità forte, è stato un piccolo segno che il nostro lavoro culturale ha un senso. Che la memoria cammina, se qualcuno la accompagna.

Il pubblico ha tributato un lungo applauso, rivolto a tutti i relatori, ma soprattutto a chi costruisce e tiene viva questa realtà: chi cura e ospita il salotto letterario del litorale laziale. Un luogo dove la parola non è solo cultura, ma cura. Dove la memoria non è solo racconto, ma resistenza.

A nome dei promotori, un ringraziamento sincero anche a tutti i graditi ospiti, perché senza di loro ci sarebbero state meno emozioni, meno interazioni: sarebbe stata una conferenza tra autrice e relatori. Invece è stata una serata di vera condivisione. Riteniamo che la presenza dei Centri Antiviolenza del territorio avrebbe rappresentato un valore essenziale per questo appuntamento. Un’occasione importante è andata perduta: quella di essere parte attiva di un confronto che ha toccato ferite aperte e urgenze reali.

Ci auguriamo che nei prossimi incontri i Centri Antiviolenza e le associazioni del territorio possano accogliere il nostro invito con la consapevolezza del ruolo che possono e devono svolgere, offrendo la loro testimonianza e — se lo vorranno — dando voce anche a chi ha vissuto esperienze di violenza e desidera condividerle. Perché certe presenze non sono una formalità. Sono un dovere morale. La serata si è chiusa con un annuncio importante: la nuova scaletta di Cadenze Letterarie è aperta da settembre. Chi ha una storia, un libro, una ferita o una luce da condividere, sa che può scrivere. Le Cadenze sono porte aperte, cuori in ascolto, memoria che continua. Cadenze Letterarie non è un format. È un respiro collettivo. È ascolto. È presenza. È cultura che si prende cura.

 

Dino Tropea

Info e contatti:

Prossimi appuntamenti su: www.dinotropea.it

Per proporre un tema o un libro: dino.tropea@gmail.com; media@dinotropea.it

Il libro ‘Avevo gli occhi belli’ è disponibile in tutte le librerie, sia online che fisiche.

 

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2 commenti

“Avevo gli occhi belli”: la voce di Anna risuona tra le strade di Roma - Monolite Notizie. Il giornale online dei Monti Prenestini e Castelli Romani Luglio 18, 2025 - 12:16 am

[…] Il 16 luglio 2025, nell’ambito delle attività promosse dal Municipio Roma I Centro, si è svolta presso l’Enoteca Letteraria di Roma, la quinta edizione di “Libri in Strada”, rassegna letteraria urbana che trasforma la parola in impegno civile e la piazza in spazio di memoria condivisa. Monolite Notizie aveva annunciato questo appuntamento nel precedente articolo disponibile qui. […]

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