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Il coccodrillo barocco del Prof. Philippe Daverio

da redazione

“Sono ancora convinto che la cultura salverà il mondo“. Questa convinzione profonda è l’eredità lasciataci da Philippe Daverio, storico e critico d ‘arte che a 71 anni ha intrapreso il suo ultimo viaggio. Grande saggista, politico e personaggio televisivo, promotore dell’arte e del bello nelle sue molteplici forme, dotato di una personalità eccentrica e poliedrica, grazie anche alla doppia cittadinanza italiana e francese, con il suo immancabile papillon, vantava con disinvoltura di non essere laureato, di non essere un esperto bensì un amante dell’arte. Per dare una misura del suo carisma basterà ricordare che pur avendo sostenuto tutti gli esami di economia e commercio, sceglie che non sosterrà mai la tesi.

Sotto la lente cromatica di Daverio -grande amante del buon mangiare e buon bere- si sono illuminate di sfumature originali molte cittadine dei nostri territori dei Monti Prenestini e Castelli Romani. Daverio ci mostra questi territori facendoci percepire come duemila anni di passato rivivano nel presente caratterizzato da una sedimentazione antica, medievale e settecentesca, esperienza documentata per la comunità montana del Lazio. In questo viaggio sorprendente, Daverio illustra i tesori dei tanti comuni passati in rassegna: Cave, Colonna, Frascati, Gallicano nel Lazio, Genazzano, Grottaferrata, Monte Compatri, Monteporzio, San Cesareo, Palestrina, Rocca di Papa, Rocca Priora e Zagarolo. Queste città, oltre alle loro ricchezze artistiche, vantano un aspetto folcloristico anni 70, quella dimensione campestre lontana dalla città di Roma.

Il viaggio parte da Zagarolo, con il suo arco di trionfo di Marco Antonio Colonna e il loggiato di San Gallo con il più bel ciclo di affreschi del Domenichino e la vecchia cripta, fino ad arrivare a Palestrina, la città araba fenice, pronta a farsi distruggere per poi rinascere, in cui padroneggia Villa Barberini voluta da Francesco Colonna, edificio che poggia sull’antica struttura del Tempio della dea fortuna primigenia, riflettendo la particolare forma ad emiciclo. Anche per chi conosce questi luoghi sarà una riscoperta ascoltare come ne parla Daverio, invitandoci a seguire il suo più prezioso insegnamento: “prendere dall’arte la gioia di farla, conoscerla e rispettarla”.

Nel suo spettacolare programma televisivo “Passepartout” (una folgorante eccezione nei palinsesti tv sciatti e scialbi), nato su Rai 3 quasi venti anni fa, attorno ad una tavola di numerosi ospiti, riusciva attraverso un percorso storico artistico inconsueto (spesso sorseggiando un bicchierino di qualche drink), a mostrare dietro la macchina da presa, sia le opere più importanti sia le piccole chiese semi-dimenticate, facendo così apprezzare allo spettatore anche il dipinto più sperduto della storia dell’arte. Tono che ritroviamo nelle sue pubblicazioni come “Grand tour per l’Italia a piccoli passi” in cui con passo personalissimo, ripercorre il nostro bel Paese con la sua scala di preferenze e priorità, sempre indossando una sfilza di panciotti dai mille colori e di papillon ad incorniciare la simpatia del suo viso da Prof..

Secondo Daverio l’Italia è un tesoro ancora abbastanza sconosciuto e per lui, il cui amore per l’arte nacque a dieci anni visitando la villa imperiale di Pesaro, con la sua formazione “local” -ovvero fuori dalle accademie, il suo pubblico doveva conoscerne le bellezze in modo semplice e diretto, con titoli che richiamano le guide vecchia maniera, quando i viaggiatori di una volta annotavano i loro appunti di viaggio sulla carta. Da qui la sua missione di farsi divulgatore dell’arte, un impegno grazie a cui milioni di spettatori e lettori hanno potuto conoscere ed apprezzare chiese, castelli, monumenti, gallerie e opere d’arte, spiegate da Daverio secondo il suo personalissimo punto di vista.

Impossibile ripercorrere il gusto eclettico delle parole di Daverio ma una cosa è certa: rispetto ad una personalità così non esistono mezze misure, o si ama o si detesta. Noi continuiamo ad amarlo non solo come personaggio poliedrico e meraviglioso che ben meriterebbe un coccodrillo barocco e fitto di decorazioni cromatiche, ma sopratutto per l’energia unica ed inimitabile con cui, rivedendolo in video o rileggendolo, ci trasmette la passione per la bellezza incarnata in un dettaglio, in quei particolari che insieme creano ancora l’alchimia unica dei suoi racconti.

Simona Minora

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