Home Attualità Le voci che restano. Gianluca Peciola e il racconto silenzioso di un’altra Italia

Le voci che restano. Gianluca Peciola e il racconto silenzioso di un’altra Italia

Venerdì 30 maggio in Biblioteca a Colleferro

da Alessandra Battaglia

Un silenzio che parla. Alla vigilia dell’incontro con Gianluca Peciola a Colleferro.
Certe storie hanno bisogno di tempo. Di ascolto. Di uno spazio che non sia solo fisico, ma anche interiore. Domani, 30 maggio, alla Biblioteca Morandi di Colleferro, quel tempo arriverà. E prenderà la forma di una voce pacata ma ferma: quella di Gianluca Peciola.

Il suo ultimo libro, La linea del silenzio, è un atto di restituzione. Una memoria familiare che diventa memoria collettiva. Un’indagine su ciò che ci portiamo dentro quando la Storia bussa alla porta di casa. E non sempre trova chi ha il coraggio di aprire.

Non sarà una semplice presentazione. Sarà un incontro – nel senso più pieno del termine – tra lettori, cittadini, testimoni. Interverrà ad introdurre l’incontro il Sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna. Sarà presente l autore che dialogherà con la scrivente, Alessandra Battaglia, ripercorrendo la sua ultima opera che riflette una visione dell’impegno politico fatta di vicinanza e concretezza carattere dell autore stesso.

L’appuntamento si inserisce nel ciclo Conversazioni con gli autori, ma questa conversazione ha qualcosa in più. Perché non si parlerà solo di un libro, ma di un modo diverso di stare al mondo. Di vivere la politica come cura. La scrittura come memoria. Il silenzio come strumento per ascoltare meglio.

Chi conosce Peciola sa cosa aspettarsi: una parola onesta, una riflessione profonda, mai urlata. Ma chi non lo conosce ancora, domani avrà l’occasione per farlo. E forse, per tornare a credere che anche nei tempi più fragili, la cultura possa essere un atto di resistenza.

Guiderò il dialogo con l’autore, Gianluca Peciola, attraverso quella che il nostro Giornale Monolite ha scritto (qui il link del precedente articolo) ovvero che c’è una Roma che non cerca la luce, ma che la produce. Non è la città delle skyline mozzafiato né delle inaugurazioni affrettate. È una Roma che cammina piano, che si sporca le mani, che resta in ascolto. Vive nei centri sociali, nelle scuole popolari, nelle biblioteche dove il silenzio non è assenza, ma attesa. È la città dei comitati, delle case occupate, delle piccole battaglie quotidiane. E se si presta attenzione, si scopre che Gianluca Peciola viene proprio da lì.

Chi lo ha conosciuto sa che non è uno da proclami. Preferisce accompagnare piuttosto che condurre, raccontare piuttosto che spiegare. È così che scrive: senza cercare il colpo di scena, ma scavando nei dettagli. I suoi libri non si fanno notare per il rumore che fanno, ma per quello che lasciano. Quando li chiudi, qualcosa ti resta dentro.

Politico, educatore, narratore di margini: Peciola ha attraversato la politica con il passo lento di chi sa che le relazioni valgono più dei voti. Nei suoi anni in Campidoglio non lo trovavi dietro a un microfono, ma nei mercati, nei cortili, nelle stanze scomode dove si parla di diritti veri. È uno di quelli che quando ti chiede “come va?” non lo fa per cortesia. Lo fa perché vuole sapere davvero.

C’è chi oggi riscopre il valore della “prossimità”. Peciola, invece, non l’ha mai dimenticata. Nei tempi duri delle emergenze sociali e dei tagli, ha scelto di stare accanto, non sopra. Ha lottato per la scuola sotto casa, per l’accoglienza, per chi non ha voce. E lo ha fatto senza divise né slogan.

Poi è arrivata la scrittura. Ma non per raccontare sé stesso, quanto per tenere in vita le storie che altrimenti si perderebbero. Dal diario dell’esperienza con Ignazio Marino (Il sindaco Marino e la grande corsa”, Iacobelli 2015) fino al potente racconto degli scontri del G8 di Genova (“Rincorrere il vento”, L’Incisiva 2021), ogni libro di Peciola è una tessera di una memoria collettiva da ricostruire, passo dopo passo. E il passo, ancora una volta, è quello dell’uomo, non del politico. Un passo che ascolta, che si ferma, che ricorda.

Ora, dopo anni di lavoro e riflessione, arriva La linea del silenzio (Solferino, 2024). Non è solo un libro. È un atto di coraggio. Un memoir che scava nella storia familiare, nelle zone grigie della lotta armata, nelle ferite aperte della memoria italiana. Un libro necessario, che non cerca assoluzioni, ma comprensione. Che non urla, ma interroga. E ci chiede, senza giri di parole: cosa siamo disposti a fare per non dimenticare?

Il 30 maggio, alle ore 17.30, nella Biblioteca Morandi di Colleferro, quel silenzio troverà voce. Con la presenza dell’autore e l’introduzione del Sindaco Pierluigi Sanna, La linea del silenzio sarà presentato nell’ambito del ciclo Conversazioni con gli autori. Un’occasione rara per ascoltare Gianluca Peciola dal vivo, per dialogare su un’opera che tocca la carne della storia e la intimità della coscienza.

In un tempo in cui tutto tende a gridare, Peciola ci ricorda che esiste ancora la possibilità di raccontare senza invadere. Di scrivere senza voler imporre una conquista. Di fare politica con la parola scelta, non con la parola d’ordine. Forse, in fondo, è proprio questo il messaggio che ci lascia ogni volta: che resistere non significa opporsi per forza, ma continuare a cercare. Storie, relazioni, verità.

E noi? Siamo ancora capaci di ascoltare?

Perché ci sono parole che non si possono dire da soli. E silenzi che, se ascoltati insieme, diventano memoria.

La storia personale di Gianluca Peciola resta inesorabilmente intrecciata con la Storia collettiva e cosi La linea del silenzio non è soltanto un libro di memorie. È un viaggio nel cuore di una vicenda familiare che affonda le radici nella storia politica e sociale del nostro Paese, là dove il privato e il pubblico si sovrappongono, si urtano, si svelano a vicenda. In queste pagine, Gianluca Peciola mette in scena il percorso intimo e complesso verso una verità rimossa, custodita per anni nei silenzi di una famiglia attraversata da contraddizioni, scelte radicali e legami taciuti.

È un racconto che tocca corde profonde: la ricerca di un padre mai riconosciuto, la scoperta inattesa di una sorella cresciuta nell’ombra e l’incontro con una figura chiave, Laura, che per l’Italia è parte di una storia controversa e dolorosa, ma che per l’autore rappresenta la porta d’accesso a una nuova consapevolezza, a una genealogia finalmente ricomposta.

Attraverso la scrittura, Peciola non cerca risposte assolute né giudizi definitivi. Costruisce invece uno spazio di riconciliazione, in cui le fratture del passato non vengono cancellate, ma guardate in faccia. È un lavoro di cucitura, tra la memoria familiare e i traumi della Storia, tra la mancanza e il riconoscimento, tra l’adolescenza vissuta ai margini e le responsabilità adulte. Un libro che non assolve, ma tenta di comprendere.

Venerdì 30 maggio, nella biblioteca Morandi di Colleferro, La linea del silenzio sarà al centro di un incontro che promette di essere molto più di una presentazione. Sarà un momento di riflessione su come la vita privata possa diventare uno specchio della Storia, su come si possa ancora scegliere di raccontare ciò che fa male, non per fare i conti col passato, ma per restituire senso al presente.

Perché non c’è vera memoria senza la fatica di nominare le cose. E non c’è identità che non passi per il coraggio di rompere, almeno una volta, la linea del silenzio.

Alessandra Battaglia

 

Riepilogo Info

La linea del silenzio di Gianluca Peciola
Presentazione con l’autore

Interviene il Sindaco Pierluigi Sanna

Dialoga con l autore Alessandra Battaglia

30 maggio 2025 – ore 17.30
Biblioteca Morandi, Colleferro (RM)
Ingresso libero
Evento del ciclo Conversazioni con gli autori

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2 commenti

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A Colleferro 30 e 31 in Biblioteca - Monolite Notizie. Il giornale online dei Monti Prenestini e Castelli Romani Maggio 29, 2025 - 5:17 pm

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