Si terrà venerdì 7 febbraio alle ore 21:00 nel Teatro Vittorio Veneto di Colleferro lo spettacolo attesissimo con Rocco papale nei panni de “L’Ispettore generale”. Lo spettacolo appartiene alla appena inaugurata stagione teatrale che ha fatto una apertura eccellente nella data precedente e propone, come dal 1984, un sodalizio tra il Comune di Colleferro e l’ATCL. Ricordiamo ai Lettori di Monolite che la programmazione è particolarmente attraente: qui il programma completo. Inoltre sono attive tante convenzioni e scoutistiche interessanti che permettono a tutti di potersi godere spettacoli di qualità senza dover affrontare viaggi chissà dove. Le novità sono state annunciate nel videoservizio con le interviste ai vertici del circuito ATCL che realizza il progetto culturale con il Comune di Colleferro (cliccando qui il video di Monolite Notizie). Tanti i nomi e titoli accattivanti che promettono di far vivere un anno ricco di emozioni, arte e spettacolo. La stagione 2025 spazia dalla prosa alla musica, dalla danza alla commedia, con nomi di rilievo che affronteranno temi universali, tra risate, riflessioni e occasioni di grande suggestione.
Sul palcoscenico del Vittorio Veneto colleferrino irromperà Rocco Papaleo -tra i volti più popolari della commedia italiana- con stivali alti e divisa zarista. Trasporterà il pubblico tra casette innevate e incarnerà il corrotto Podestà nel grande classico di Nikolaj Gogol’ riadattato e diretto da Leo Muscato “L’ispettore generale”. E così dopo Pirandello, “Sei personaggi in cerca d’autore” (applaudissimo), si procede nell’itinerario dei grandi classici della letteratura, proponendo uno tra i più grandi capolavori della drammaturgia russa, scritto quasi 200 anni fa ma tragicamente più attuale di quanto si possa immaginare. Preparatevi a gustare una commedia degli equivoci pronta a conquistare il pubblico con il suo umorismo senza tempo mentre si prende gioco delle piccolezze morali di chi detiene il potere e, per questo motivo, si ritiene intoccabile.
Una farsa travestita da tragedia, o meglio, una tragedia che indossa le vesti della farsa. È questa l’essenza di L’ispettore generale, che, nelle mani del regista Leo Muscato, diventa un racconto satirico sulle miserie della corruzione, con un’ironia tanto graffiante quanto pungente. Il risultato è uno spettacolo che ci parla di una realtà senza tempo, dove la burocrazia e l’inganno regnano sovrani, con un linguaggio che oggi più che mai sembra riflettere le sfide del nostro presente. Muscato, pur mantenendo un certo rigore filologico, ha ridotto i cinque atti originali in uno solo, condensando in una serrata narrazione la critica feroce alla società di Gogol. Il risultato è uno spettacolo corale, che si nutre di toni giocosi e ironici, ma che non rinuncia a denunciare il marciume che si nasconde sotto la superficie.
La compagnia di dodici attori, capitanata da un Rocco Papaleo tragicomico nel ruolo del Podestà, è perfettamente amalgamata nei ruoli e ben presente sulla scena, con un gruppo che, pur essendo unito, riesce a far emergere il carattere di ciascun personaggio. Tra le figure centrali troviamo Elena Aimone, Giulio Baraldi, Letizia Bravi, Marco Brinzi, Michele Cipriani, Salvatore Cutrì, Marta Dalla Via, Marco Gobetti, Daniele Marmi, Mauro Parrinello, Michele Schiano di Cola e Marco Vergani, tutti impegnati in una performance che va oltre la mera recitazione, diventando un vero e proprio gioco di squadra. La trama di L’ispettore generale ruota attorno a un equivoco, un malinteso che fa da catalizzatore per un’escalation di eventi comici e surreali. Chlestakov (Daniele Marmi, noto anche per il ruolo del poliziotto Cioni nella serie TV I delitti del BarLume) è un giovane e frivolo viaggiatore di passaggio che, per errore, viene scambiato per un importante ispettore inviato dallo zar Nicola I per indagare sulla condotta dei funzionari di un piccolo villaggio. Inizia così una serie di eventi che gettano i “notabili” della città in un panico comico, con il Podestà, interpretato da Rocco Papaleo, tra i più colpiti dal malinteso. Quello che colpisce, nel testo di Gogol, è l’assenza di personaggi positivi. Non vi sono eroi o vittime innocenti, ma solo figure imperfette, corrotte e vuote, che si dibattono nel proprio cinismo. E proprio questa totale mancanza di nobiltà nei protagonisti scandalizzò il pubblico russo dell’epoca, tanto da sollevare un’ondata di polemiche alla prima messa in scena, nel 1836, alla presenza dello zar Nicola I.
Un’opera che sfidava le convenzioni morali e politiche, dove l’immagine di una burocrazia corrotta e i suoi personaggi venivano rappresentati in modo brutale e senza alcuna maschera. Nonostante il tono beffardo e l’impronta comica, “L’ispettore generale” resta una denuncia feroce del potere e della sua degenerazione. Lo spettacolo ci guida attraverso un mondo in cui l’ingiustizia e il sopruso sono la norma, dove tutti, dalla più alta alla più bassa sfera sociale, sono implicati in un sistema di corruzione che li rende simili nei vizi, nei difetti e nell’inganno. Questo universo di approfittatori e imbroglioni genera una sorta di risata amara nel pubblico, che, pur compiacendosi della loro goffaggine, non può fare a meno di riflettere sulla somiglianza con le pieghe più oscure della nostra società. Leo Muscato, nelle note di regia, cita Rabelais, che diceva che “meglio è di risa che di pianto scrivere, che rider soprattutto è cosa umana.” Eppure, dietro la risata, rimane un sottile senso di tragicità: è la tragedia di una società che, pur vestendo i panni della commedia, non sembra mai perdere di vista la realtà dei suoi difetti. “L’ispettore generale” è una satira che non solo ci fa ridere, ma ci costringe a guardare in faccia la corruzione e le sue radici più profonde. Non c’è da sorprendersi se, ancora oggi, questo testo risuona con forza, come una riflessione universale e senza tempo sulla natura umana e sul potere che spesso corrompe. In scena, la farsa diventa un potente strumento di critica sociale, un’amara risata che ci accompagna in un mondo che, purtroppo, sembra non essere mai del tutto cambiato.
Alessandra Battaglia
Riepilogo info
L’ispettore generale
Teatro Vittorio Veneto di Colleferro
Venerdì 7 febbraio 2025 ore 21:00
Via Artigianato, 47, 00034 Colleferro (RM)
Tel. 06 87085371
www.atcllazio.it
Facebook: ATCL – Circuito Multidisciplinare del Lazio
Instagram: ATCL Lazio
Biglietti
intero 20,00 Euro+ 2 euro dp
ridotto 17,00 Euro+2 euro dp
galleria intera 18,00 Euro+2 euro dp
galleria ridotta 15,00 Euro+2 euro dp
ridotto under 30 10,00 Euro
Abbonamento
intero 75,00 Euro
ridotto 65,00 Euro
ridotto under 30 50,00 Euro
abbonati Carpineto Romano 50,00 Euro
Acquisto biglietti: il giorno dello spettacolo e quello precedente dalle ore 15,30 alle ore 19,30 e fino all’orario di inizio dello spettacolo