Si torna negli anni di grande agitazione politica, dallo scoppio della seconda guerra mondiale degli anni ’30 all’età dell’oro negli anni ’50, quando si fa strada sia in America che in Italia un nuovo genere musicale: il Jazz, sound caratterizzato da ritmo e coordinazione di movimenti.
Sono gli anni in cui in Italia governa Mussolini ed in America spopolano i gangster ed i night di Harlem.
È il 2023 ed al di fuori si intravede un moderno teatro, il Teatro di Tor Bella Monaca, ma in una di quelle sale si respira ancora l’aria di quegli anni, caratterizzati dall’avvicendarsi della Grande Depressione ecinomica, dalla fine dell’era del Proibizionismo e dal sopraggiungere del Capitalismo.
Come in una macchina del tempo, si entra in un’atmosfera di ricordi in cui sembra di addentrarsi nel “proibito”.
È l’alone sprigionato da “Swing Italia” 1 e 2, questo il titolo della raccolta di brani usciti in due edizioni che il gruppo porta in tournée in tutta Italia e, ieri, ha fatto tappa presso il Teatro Tor Bella Monaca di Roma per raccontare tra parole e jazz l’Italia prima e dopo la seconda guerra mondiale.
Ottima prova per il sodalizio tra la band, da anni impegnata a livello internazionale nella riscoperta di questo repertorio e l’attore Angelo Maggi, uno dei massimi esponenti del doppiaggio italiano e reduce dal successo del suo ultimo spettacolo teatrale.
La splendida voce di Federica D’Andrea – cantante, autrice e insegnante di canto- riporta tutto il pubblico all’interno di quel tempo con un swing show da brividi. La D’Andrea è accompagnata, per l’occasione, dalla guest star Angelo Maggi – attore, doppiatore e direttore del doppiaggio.
Con loro tutta la band dei “Conosci mia cugina?” di cui Federica è fondatrice. Grazie alle loro voci si ripercorrono i passi del Jazz italiano con i brani di Fred Buscaglione, tra cui si annoverano “Buonasera signorina” e “Che bambola”; per poi passare alla versione italiana di “Sing in the rain”, “Camminando sotto la pioggia”, portata alla ribalta da Wanda Osiris e Macario.
Tra gags, melodie e tanto romanticismo, la simpatia e la bravura del pianista Davide Annechiaro conducono, nota dopo nota, ad intonare “Ba ba baciami piccina” di Alberto Rabbagliati, passando poi per “Tulipan” del Trio Lescano e per “Signorina Maccabei” di Natalino Otto, in cui si apprezza tutta l’estensione vocale della D’Andrea. Si continua con Mina, Renato Carosone fino a Paolo Conte.
La canzone che ha dato i natali e, a quanto pare, anche le “Pasque” al trio composto dalla D’Andrea (voce) Annechiaro (piano) e l’armonico Giuseppe Civiletti (contrabbasso) ha anche contribuito a dare il nome alla band che con gli anni è diventato un “settetto” arricchito dalla grinta del batterista Giuseppe Condò, dal ritmo del chitarrista Daniele Corvasce, dalla purezza del sax Daniele Manciocchi e dalle vibrazioni del trombettista Nicola Tariello.
A fine serata, chiudendo questo grande baule delle emozioni, tra aneddoti e musicalità degli anni ’30,’ 40 e ’50 del Novecento, si torna alla realtà, ma portando con sé tanti rinnovati ricordi del passato.
Laura Ingretolli


