Vasta partecipazione lo scorso 7 dicembre da parte dei tantissimi che sono giunti a Cave per apprezzare l’itinerario culturale proposto dall’Amministrazione della Città che ha offerto l’opportunità di una visita gratuita a tutto il complesso museale che include anche la suggestiva location in cui si custodisce, incastonato nelle grotte dell’ex convento degli Agostiniani, il prezioso e maestoso Presepe Monumentale, realizzato dall’artista Lorenzo Ferri.
Lo scultore, restauratore e sindonologo, (1902-1975), è artista legato a Cave che, oltre ad altre sue opere, ospita la composizione scultorea di Ferri, formata da nove statue che arrivano ai quattro metri di altezza; soggetti dedicati alla Epifania in uno spazio di significativa valenza culturale, inserito nel Sistema Museale Territoriale dei Monti Prenestini e Valle del Giovenzano (Pre.Gio.).
L’occasione celebrava la ricorrenza dei dieci anni dall’apertura del Museo “Lorenzo Ferri-Sezione Presepe Monumentale” e agli studi dell’Artista sulla Sindone, il Museo “Lorenzo Ferri” è inoltre composto c’è poi l’altra sezione, quella nello storico palazzo, sede dell’ex Ospedale Mattei, dove si conservano i bozzetti in gesso dell’Artista, (donati dagli eredi Ferri negli anni Ottanta) e, su tre piani, si articola l’esposizione della collezione di opere scultoree e pittoriche; ambedue gli spazi appartengono al Museo Civico “Città di Cave”, centro di produzione e promozione culturale del borgo dei monti prenestini.
I festeggiamenti si sono svolti nella Sezione del Presepe Monumentale, inaugurata il 7 dicembre 2012, e situata presso le Sale Ipogee del palazzo comunale di Cave, sede dell’ex convento degli Agostiniani, che ora ospita i bozzetti in gesso realizzati dal Ferri in occasione del concorso indetto dai Padri Pallottini di Sant’Andrea della Valle.
Il gruppo della Natività, formato dalla Vergine, dal Bambinello benedicente e da San Giuseppe orante, è accompagnato dalle figure dei tre Magi e da altrettanti paggi.
Nel trittico dei Magi che -tratteggiati con drappi e distinti da differenti sembianze etniche, mostrano mirabili proporzioni dei volumi corporei, frutto della magistrale tecnica scultorea dal vivo del maestro Ferri-, si cela lo stesso Ferri autoritrattosi nel volto del Re Indiano, in posa inginocchiata, eco suggestiva di quella del Mosè di Michelangelo.
Ad impreziosire i festeggiamenti per il decimo anniversario sono intervenuti i tre figli dell’Artista: Luce, Pietro e Giuseppe, nei cui tratti si specchiano alcuni profili visivi delle opere di Ferri.
Ad accogliere il pubblico con una suggestiva selezione di brani musicali è stato il concerto della corale ‘Lorenzo Perosi’, presieduta da Adriano Tabanelli e diretta, per l’occasione, dal Maestro di musica Tonino Giovannoni.
A seguire il direttore del Museo dott. Tiziano Cinti ha esposto un valido excursus degli aspetti storico-culturali.
Nel video-servizio che segue una sintesi che può restituire le sovrapposte emozioni della giornata celebrativa che ha visto protagonista le magnifiche e spettacolari statue che compongono un presepe al contempo maestoso e pieno di grazia.
In video si offrono scorci della Natività firmata Ferri, famosa per essere il presepe monumentale più alto d’Europa, gioiello artistico che merita di essere apprezzato dal vivo per le sensazioni intense che trasmette e la capacità di creare un’atmosfera densa di significati a seconda del momento della visita o del punto d’osservazione, effetti magnificati dalla composizione scenografica dell’Epifania, collocata tra le navate delle grotte dell’ex convento.
Per un dato numerico il tesoro di Cave arriva secondo nel Guinness dei Primati, relativamente alle dimensioni, superate, tecnicamente, da un altro presepe per una questione di centimetri, ma al visitatore lasciamo il gusto di valutarne invece l’impatto visivo contestualizzato in una location che, a nostro parere, lo valorizza mostrandolo in tutta la sua potenza espressiva, denso di mistero, dopo un passaggio che conduce al suo cospetto, nascosto sotto il piano d’ingresso.
Evocativo di un mix ipnotico tra i ricordi d’infanzia e tutto l’immaginario dei tesori nascosti, questo abbinamento ne accresce potentemente il fascino. Sicuramente non solo è uno tra i presepi più alti del mondo ma la sua peculiarità si sostanzia per essere organizzato in una composizione completa e unica nel suo genere, anche per la suggestiva collocazione che ne amplifica la bellezza rendendolo uno spettacolo imperdibile.
La fase ulteriore dei festeggiamenti ha incluso la partecipata presentazione del libro ‘Una gioia mai provata’, Edizioni San Paolo, scritto da padre Enzo Fortunato, frate minore convenutale e volto molto conosciuto della TV, comunicatore e giornalista (L’Osservatore Romano, Corriere della Sera, Avvenire, Il Sole24ore, Direttore per 25 anni, della Sala stampa del Sacro Convento di Assisi).
Nel testo di padre Fortunato si descrivono i passaggi storici del presepe, scanditi da quando nacque grazie all’idea di San Francesco, tre anni prima che il Poverello di Assisi lasciasse la sua dimensione terrena. Correva l’anno 1223 e, a Greccio, il giorno di Natale, veniva allestita la prima natività, un rito destinato a rinnovarsi, con variazioni infinite, fino ai nostri giorni.
Per tutto il pomeriggio hanno qualificato l’evento diverse autorità istituzionali: in primis il sindaco di Cave Angelo Lupi, l’assessore alla cultura dott.ssa Silvia Baroni, già direttrice del ‘Museo Ferri’, insieme a diversi esponenti dell’Amministrazione comunale di Cave e della Pro Loco. Notevole l’adesione da parte del pubblico, sensibile e interessato, che ha avuto piacere di intrattenersi fino all’arrivo di padre Fortunato.
A moderare l’incontro con padre Fortunato, avvenuto presso la Chiesa di S. Stefano a Cave, il giornalista Matteo Palamidesse. Nella prefazione al libro, mons. Domenico Pompili delinea lo spirito sotteso da “Una gioia mai provata”, riferendosi appunto alla ricostruzione della prima Natività grazie a san Francesco d’Assisi: “La scelta della sua felice povertà cozza duramente con l’andamento di una Chiesa ricca, corrotta e malata, eppure lui non si fa mai giudicante. Il suo stile di vita è innocente e disarmante, l’atteggiamento è quello di un giovane uomo entusiasta della natura e delle sue creature, e di tutti gli esseri viventi che incontra nel suo cammino. Francesco libero e felice, ma allo stesso tempo obbediente a quelle che erano le gerarchie del suo tempo, getta il cuore oltre tutti gli ostacoli e lancia il messaggio sine glossa del presepe di Greccio”. E poi: “Il segno del Presepe, incisivo e visibile a tutti proprio come la cometa, solca cieli ed epoche, attraversa generazioni e segna le arti”. E dunque: “Un messaggio che arriva fino a noi a ben ottocento anni di distanza dall’epoca di Francesco, eppure ci appare così estremamente attuale da lasciarci turbati. Seppur lungi dal tempo sanguinario delle crociate, l’individualismo sfrenato del nostro tempo e la nostra tendenza a calpestare le esigenze del prossimo a favore del nostro tornaconto personale pare necessitare un ritorno costante a quella grotta, tanto fredda quanto intrisa di calore umano.”
Alessandra Battaglia
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[…] realizzata in una precedente altra occasione presso il Museo Lorenzo Ferri di Cave, invece cliccando qui articolo di Monolite Notizie realizzato per la festa dei Dieci Anni del Museo Lorenzo […]