Quando l’arte parla tradizione e fede nascono capolavori come a Gerano lo scorso 27 aprile e una folla di visitatori accorre per fermarsi ad ascoltare la musica silenziosa dei petali veri adagiati a comporre una sinfonia di colori e temi. È stato un trionfo di colori, profumi e partecipazione collettiva quello che ha avvolto Gerano nella magica domenica. La 296ª edizione dell’Infiorata più antica d’Italia, un evento che affonda le sue radici nel 1729, ha confermato ancora una volta la potenza dell’arte effimera e della devozione popolare, trasformando il piccolo borgo laziale in un autentico giardino incantato.
Sono passati diversi giorni ma abbiamo ancora negli occhi la visione della piazza che si riempie di linee di gesso, poi inizia a tarda sera a popolarsi di persone di ogni età, infine alle prime luci dell’alba, dopo una nottata di incertezze a causa della pioggia, esplode di colori con un tappeto di fiori autentici, l’Infiorata più antica d’Italia è pronta a mostrarsi in tutta la sua straordinaria bellezza.
Gerano si è vestita di sogno accogliendo con entusiasmo il ritorno di tantissimi visitatori a cui offre ben sei iniziative culturali collaterali oltre al la visione del delizioso borgo nel centro del quale, complice la struttura stessa della piazza, come un piccolo scrigno, la decorazione si offre come una passerella d’eccezione al passaggio della Madonna del Cuore.
La palette cromatica dell’intera creazione rispetta l’unica naturale dei fiori autentici, è calda e avvolgente, spazia dagli scuri della terra viva al color tegola, passando per l’arancio bruciato, il senape, il rosso vivido e il verde militare, il bianco dei petali più delicati è cangiante, mentre le lavorazioni dei disegni appaiono pregiati accostamenti che creano sofisticate prospettive tridimensionali come nell’iconico quadro raffigurante il cuore di Maria, quasi palpitante, accarezzato dal vento dolce e dal sole che illumina il tappeto nella incantevole piazza di Gerano.
Volti stanchissimi quelli del piccolo alacre esercito di Gerano che irradia orgoglio e soddisfazione nel contemplare il racconto di fede e tradizione che esprime il senso più profondo della comunità stessa nell’aprirsi ad accogliere una moltitudine di visitatori da ogni angolo del Lazio.
A sottolineare l’importanza dell’evento, oltre ricomponenti dell’Amministrazione di Gerano guidati dal Sindaco Danilo Felici, in particolare accompagnato dal Consigliere alla Cultura Maddalena Patrizi e da tutti gli altri membri della guida della cittadina, la presenza di innumerevoli altri sindaci e componenti di tante amministrazioni tra cui San Vito Romano, Subiaco, Gallicano nel Lazio, Pisoniano, Palombara Sabina, Ciciliano, Cerreto Laziale, Rocca Canterano, Sambuci, Rocca Santo Stefano che ha ribadito il ruolo della arte come strumento di dialogo religioso, culturale e bellezza condivisa. Presenti tra i tanti anche gli onorevoli Alessandro Palombi, Micol Grasselli, Flavio Cera, Andrea Volpi, Marco Bertucci, Emanuela Mari, Fabio Capolei.
Gerano ha raccontato il suo mondo fatto di memoria, di talento per esprimere coralmente rigore estetico, e una devozione sussurrata che conferma, ancora una volta, il talento creativo come voce autorevole nel grande teatro della cultura
Ad accogliere lo stuolo dei visitatori accorsi da tutta la regione – e non solo – un paese completamente vestito di petali: tappeti floreali meticolosamente composti da mani esperte, bambini con gli occhi pieni di meraviglia, giovani e anziani uniti dallo stesso slancio di appartenenza. Un’opera collettiva senza tempo, animata da un popolo che tramanda, vive e reinventa una tradizione unica nel suo genere. Dalla mattina il paese ha intonato la celebrazione anche grazie al repertorio musicale ottimamente eseguito dalla Banda Giuseppe Verdi di Castel Chiodato diretta dal Maestro Mauro Galafate.
La piazza centrale del paese, incastonata oltre i colli prenestini, si è trasformata in una tela vivente, ricoperta di disegni realizzati con petali veri, capaci di raccontare storie, evocare emozioni e rendere omaggio alla Madonna del Cuore, al cui culto è dedicata l’intera manifestazione. A rendere ancora più vibrante l’atmosfera, la presenza delle autorità civili e religiose, tra cui spiccavano S.E. Monsignor Mauro Parmeggiani, Vescovo alla guida della diocesi di Tivoli e Palestrina, e S.E. Monsignor Andrea Ripa, Vescovo di Cerveteri, intervenuti per celebrare la profonda spiritualità che permea l’evento.
Dietro ogni tappeto floreale si cela un lavoro meticoloso e appassionato. Monolite Notizie ha svelato l’attività frenetica che per giorni ha animato le cantine del borgo: al piano superiore, uomini esperti selezionavano con precisione le foglie del bosso; al piano inferiore, cataste di fiori suddivise per colore venivano preparate da mani sapienti, mentre i bambini correvano felici, partecipando al rito con entusiasmo contagioso. Un piccolo popolo in festa, fiero della propria identità e desideroso di mostrarla al mondo.
Accanto alla maestosa Infiorata, sei iniziative collaterali gratuite hanno arricchito la giornata, tra cui il Museo “La Cantina dei Fiori”, il Museo dell’Infiorata e il poetico Museo delle Scatole di Latta, dove una “fatina” accoglieva i visitatori con piccoli incantesimi d’altri tempi. Emozionante la nuova mostra sensoriale pensata per i più piccoli, “Dal fiore… portici sensoriali”, un percorso tra sacchi di iuta colmi di petali profumati che ha permesso ai bambini di riscoprire la natura con tutti i sensi. Non è mancato lo spazio per la riflessione: nella chiesa di San Lorenzo Martire, la mostra “Testimonianze di un passato” ha raccontato la storia del culto mariano locale, mentre presso la Sala Consiliare è stata allestita l’esposizione “Nativity”, parte del prestigioso progetto artistico promosso per il Giubileo 2025 dalla Fondazione Giovanna Dejua, a cura di Davide Vincent Mambriani. Un’occasione preziosa per ammirare opere di pregio e riceverne una doppia riproduzione come ricordo, omaggio gradito a tutto il pubblico.
Ogni angolo del borgo ha partecipato alla festa: balconi e finestre fiorite, scorci poetici, fontane circondate da prati verdi pronti ad accogliere famiglie, coppie e comitive per un picnic o un momento di relax. Un concorso dedicato all’allestimento floreale degli spazi privati ha testimoniato quanto l’identità locale sia profondamente intrecciata alla bellezza condivisa.
Il successo di questa edizione a nostro parere si misura non solo nella vivacissima partecipazione, ma nell’atmosfera di gioia diffusa, nell’efficienza dei servizi – come il parcheggio gratuito a Santa Anatolia e le comode navette attive per tutta la giornata – e nella varietà delle esperienze proposte, comprese le numerose opportunità gastronomiche che hanno accontentato ogni palato.
Come suggerisce una scritta all’ingresso del centro storico, che cita “La luna e i falò” di Pavese, Gerano non si visita soltanto: si vive. E chi, come Monolite Notizie, c’è stato lo sa. Perché l’Infiorata non è solo una manifestazione artistica: è un atto d’amore collettivo, un ritorno alle radici, un piccolo miracolo che ogni primavera si rinnova e che, anche quest’anno, ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore di chi ha avuto il privilegio di camminare su quel tappeto di poesia.
Alessandra Battaglia