Fino al 6 aprile il Teatro di Villa Lazzaroni di Roma si trasforma in un palcoscenico noir, dove l’assurdo e il grottesco si mescolano in un turbinio di personaggi e situazioni da far girare la testa. L’Ebbrezza della Volata Finale, scritto da Valerio Molinaro e diretto da Gianni Aureli, è uno spettacolo che affonda le radici nel genere pulp, con un ritmo serrato, un linguaggio tagliente e una narrazione che scivola nell’assurdo con la disinvoltura di chi sa che la realtà è solo un gioco di specchi. In scena dal 4 aprile ancora fino a domenica 6, lo spettacolo vede come protagonista di questa corsa senza freni Chuck Malone, un detective privato in balia dei suoi vizi e delle sue disavventure. Nella bollente Miami Beach di fine millennio, tra debiti e bourbon, il suo ufficio è un luogo più simile a una discarica che a una stanza da investigatore, e la sua vita è un susseguirsi di casi strampalati e fallimenti inevitabili. Tuttavia, un giorno riceve una telefonata che cambia tutto: una femme fatale misteriosa, che si fa chiamare Donna Morte, lo ingaggia per rintracciare un uomo che, teoricamente, dovrebbe essere morto già da anni: Charles Bukowski.
Quello che ne segue è un’indagine assurda che trascina Malone in un mondo popolato da mafiosi di serie B, gangster con velleità filosofiche, una dominatrice dell’FBI e un marito devoto a Scientology. Tra inseguimenti grotteschi, scommesse sui cavalli e risse nei bar più malfamati, il detective si ritrova a lottare non solo contro i suoi demoni, ma anche contro la linea sottilissima che separa i vivi dai morti. Un racconto che, come un whisky forte, mescola sapientemente ironia e disperazione, facendo vibrare il pubblico tra le risate amare e i brividi di un noir che sa di sudore, sigarette e rimpianti.
Con una scenografia e dei costumi che richiamano l’atmosfera iconica dei noir più classici, L’ebbrezza della volata finale è una corsa sfrenata, una commedia nera che sa giocare con le aspettative e le emozioni dello spettatore. Come sottolinea lo stesso regista Gianni Aureli,
“portare in scena un vero noir, anche con camicia a fiori e cappello di paglia, è una sfida e un piacere”.
Una sfida che il team artistico affronta con energia, rivelando un mondo esagerato e quasi surreale, ma che, alla fine, risulta incredibilmente umano nella sua ricerca di risposte impossibili.
Un’occasione imperdibile per chi ama il genere, ma anche per chi vuole vivere un’esperienza teatrale fuori dagli schemi, dove niente è come sembra e ogni momento è un salto nel buio.
David Cardarelli