Solo per oggi ancora l’emozione di entrare nell’arte di Caravaggio grazie allo splendido spettacolo di Mirko Baldassarre al Teatro Ghione di Roma. Uno show avvincente e fascinoso che trasporta lo spettatore a scoprire Michelangelo Merisi, Artista degno di maiuscole per leccezionalita della sua persona. Assistendo alla performance teatrale si scandagliano tanto i lati oscuri quanto quelli accecati di talento. Luci e ombre del pittore maledetto si rincorrono attraverso la sapiente narrazione e di Baldassarre che parte da due parole: rivelazione e rivoluzione, due straordinarie forze intrecciate nella descrizione di Caravaggio. Mirko Baldassarre illustra quanto l’arte di Caravaggio fu, e ancora oggi sa essere, insieme rivelazione e rivoluzione. L’arrivo a Roma da Milano quando Michelangelo Merisi era appena ventunenne mostrò al mondo intero una versione totalmente altra di dipingere.
Era una modalità fatta di potentissimo realismo , rivoluzionaria dati i tempi e ancor oggi originale. Rispecchia a infatti l’unicità dell’Artista che “morì malamente, come del resto malamente aveva vissuto”. Ma dentro quel male il suo immenso talento ha saputo pescare la forza per quella drammatica orchestrazione delle luci delle ombre, con effetti di naturalismo mai sperimentati prima da altri artisti ed una particolare illuminazione che teatralmente sottolinea i volumi dei corpi che escono improvvisamente dal buio della scena. La brevissima vita di Caravaggio ha arso in 39 anni potentissima come il suo spirito inquieto capace di immenso con pennelli e tela. E nel suo percorso si passa da committenze prestigiose a clamorosi rifiuti, dal vivere e respirare in palazzi aristocratici quanto in squallide osterie. Inquietudini, irregolarità, drammi e tinte fosche corrono a trasformare l’esistenza di un uomo che alterna appuntamenti con la grande storia dell’arte a risse, arresti, denunce e perfino l’omicidio di un uomo (forse anzi due).
Sta di fatto che Caravaggio, per aver tolto una vita, perse definitivamente la propria riducendosi, a causa della condanna al bando capitale, a fuggire da Roma e a trascorrere gli ultimi quattro anni della sua vita perennemente in fuga. L’esilio forzato di un fuggiasco macchiato dall’assassinio non riuscì ad interrogare la sua produzione artistica. Anche la sua morte sulla spiaggia di Porto Ercole il 18 luglio 1610 rimane avvolta in luci ed ombre. Chissà… fu ucciso? E da chi? Perché? Lo spettacolo condotto da Mirko Baldassarre ci porta nel fascino di questa vita drammaticamente al di sopra delle altre, in un percorso intenso puntellato discrizioni affascinanti, magnifiche musica e una selezione di immagini che mixano alcuni capolavori assoluti di Caravaggio a scene di attualità. Un connubio stupendo ed originale. Così le opere si alternano e si spiegano tramite alcuni episodi salienti dalla rocambolesca e drammatica vita del pittore. E l’esperienza del pubblico diventa completa e vivida come una delle opere firmate da Caravaggio.


