Debutta al Teatro Porta Portese il 13 luglio, ore 21.00, in prima nazionale “What’s love?”: l’omaggio teatral-musicale a Tina Turner, la regina del rock’nroll, spentasi a maggio scorso a 83 anni dopo aver vinto ben otto Grammy.
Dal titolo, Che cosa è l’amore?, parte la domanda del regista Alessandro Fea che realizza lo spettacolo tramite l’associazione musicale SOFIS Arte e Musica.
A dar voce a Tina Turner è Annalisa Eva Paolucci che interpreterà brani indimenticabili come What’s love, Deep mountain high, Simply the best, Proud Mary e tanti altri.
La Paolucci sarà accompagnata sul palco dai reading di Rita Cardoni e Giancarlo Testa con le musiche composte ed eseguite dal vivo da Alessandro Fea, che, come anticipato, firma anche la regia.
Per Fea si tratta di un ritornare sul palco con una nuova opera del suo filone di “teatro musicale biografico”, fatto di omaggi a personaggi famosi, quasi sempre donne della cultura letteraria o musicale. Così, dopo “L’amore di Alda”, tributo ad Alda Merini portato in scena a gennaio, ora è la volta di un omaggio in musica e parole a Tina Turner, una creatura con una storia davvero irreplicabile. L’esistenza della tigre del rock è così traboccante di eventi, drammi, successi e tragedie da percorrere tutta la parabola dei casi più coprire una parabola di vita così articolata tra ascesa, caduta e rinascita da sembrare scritta da un brillante sceneggiatore.
E invece Tina Turner, il cui vero nome era Ann Mae Bullock, partendo da Nutbush, Tennessee, per diventare poi cittadina svizzera, nata il 26 novembre del 1939, lascia il mondo dopo che un biopic, due musical, un paio di scioccanti autobiografie e tante canzoni indimenticabili, l’hanno da tempo consegnata alla leggenda.
Di certo il suo mito non tramonterà mai, anche come icona di bellezza trasgressiva e dal fascino irresistibile, dotata delle gambe più belle e vibranti della storia della musica. Inconfondibile e graffiante la sua voce, un tono tipico della storia della black music eppure perfetta per il pop che svetta al top in classifica. In credibile anche la sua tenacia nel resistere a ciò che le capitò, non offuscando mai la sua empatia naturale e nemmeno il carisma con cui sapeva calcare il palco. Perfino Mick Jagger, suo amico fraterno, amava ricordare di averle “rubato” il modo di stare in scena, ai tempi in cui i Rolling Stones erano così giovani da aprire i concerti di Ike & Tina Turner. Immortali anche le loro performance insieme, a cominciare da quella a Live Aid.
Tra le pagine buie della storia personale di Tina Turner ricordiamo il suicidio del figlio Craig, avuto quasi adolescente da una relazione precedente a quella drammatica con Ike Turner. Solo uno dei drammi: Ike Turner, il marito con cui aveva messo su la band determinante tanto per la nascita del rock’n’roll quanto per l’averla lanciata come star, si rivelò un uomo violento, uno tetro schiavista domestico, che, parallelamente al fulgore del successo di brani come “Proud Mary”, “Nutbush CityLimit s” e “River Deep Mountain High”, non smise mai di essere l’incubo peggiore di Tina.
“What’s love” è un viaggio nella vita della grande artista da poco scomparsa. Non solo attraverso la musica, ma soprattutto andando a metterne in luce gli aspetti più profondi. La Tina donna, mamma, moglie, discepola. La Tina più nascosta, quella privata: i suoi pensieri, la sua fragilità. Ma anche la sua enorme energia. Una vita passata sui palcoscenici di tutto il mondo, sempre sotto i riflettori, ma anche una vita privata che ha voluto spesso proteggere dagli sguardi esterni. Il suo rapporto con la spiritualità. La storia di una donna che ha fatto dell’evoluzione personale il fulcro della sua esistenza.
Alla domanda: “Se potessi tornare indietro e cambiare qualcosa della tua vita, che cosa cambieresti?” La sua risposta: “Nulla.” Ecco una frase cara a Tina Turner.
“L’evoluzione che ha avuto Tina nella sua vita mi ha sempre affascinato – afferma il regista Alessandro Fea – perché è la prova che le cose, non sempre ma spesso, possono cambiare quando ci mettiamo nell’assetto interiore giusto. Un fatto legato a volte a evoluzioni spirituali, ma anche interne e concrete nella vita. Ammiro chi riesce a cambiare davvero se stesso e ciò che lo circonda.”
Il teatro di Alessandro Fea è fatto di musica e di introspezione. Dopo “L’amore di Alda”, andato in scena a gennaio al Teatro Porta Portese, Fea ha portato sul palco la commedia “L’essenza”, uno spettacolo che attraverso la parola letta e sonorizzata, il suono, la musica, le emozioni, racconta la storia di una donna, arrivata a un punto della vita in cui sente la necessità di riscoprire l’essenza, appunto, la radice di se stessa. Ad aprile, poi, è stata la volta di “7 sogni”, un racconto carico di denuncia e di speranza, quattro storie che si intrecciano tra loro a filo doppio: quello sociale e quello dell’ironia amara delle periferie.
Lo spettacolo, scritto e diretto da Alessandro Fea che ne cura anche le musiche ( chitarra, synth, loops), vede la partecipazione nel cast di Rita Cardoni, Annalisa Eva Paolucci e Giancarlo Testa.
Appuntamento giovedì 13 Luglio ore 21:00 in Via Portuense, 102 – Roma, costo del biglietto € 10 (+ € 2 per tessera associativa), prenotazioni contattando 06.5812395 oppure 320.7279212
David Cardarelli



