Home Cultura e Spettacolo Poesia che cammina, danza che parla: “Piedi nudi e parole crude” torna in scena per emozionare Roma

Poesia che cammina, danza che parla: “Piedi nudi e parole crude” torna in scena per emozionare Roma

Roma verso il Giubileo, il 28 novembre

da redazione

In un novembre che avanza silenzioso verso il Giubileo, la città di Roma aggiunge un nuovo tassello d’arte al suo mosaico contemporaneo. Venerdì 28 novembre 2025, all’Auditorium Municipale Pasquale De Angelis, torna in scena Piedi nudi e parole crude, l’opera che ha incantato il pubblico nella scorsa stagione e che oggi si rinnova con una potenza ancora più intensa. Il progetto, inserito nel programma Città Visibile – firmato da Marte 2010 e promosso da Roma Capitale in collaborazione con Zètema – si conferma uno dei percorsi più originali della città verso il Giubileo 2025, capace di trasformare il teatro in uno spazio vivo, pulsante, dove la poesia incontra la carne e la danza diventa parola.

Al centro della scena, come due poli magnetici, ci sono loro: Maria Concetta Borgese e Guido Lomoro, che non solo interpretano e dirigono lo spettacolo, ma questa volta portano anche i loro versi in dialogo con quelli di Antonio Veneziani, icona della poesia urbana contemporanea. L’incontro non è solo artistico: è un corpo a corpo emotivo, un respiro condiviso, un attraversamento sincero di fragilità e desideri.

I “piedi nudi” di Borgese non sono un semplice gesto coreografico, ma una dichiarazione estetica: scegliere il contatto con il suolo, camminare nella verità del proprio corpo, esporsi a un equilibrio vulnerabile. Le “parole crude” di Veneziani – graffiate, carnali, sempre in bilico tra confessione e rivelazione – trovano in Lomoro un interprete che non si limita a dire: attraversa, abita, vive ogni sillaba come fosse un frammento di pelle.

Ad accompagnare la narrazione, la danza di Gea Lucetti, le musiche originali eseguite dal vivo da Theo Allegretti, il disegno luci di Gloria Mancuso, le scene di Marco Fioramanti: ogni elemento è parte di un organismo unico, un corpo scenico collettivo che respira insieme, soffre insieme, si illumina insieme.

La storia che prende vita sul palco non è un’invenzione: è una storia reale, sussurrata attraverso poesia e movimento per diventare universale. Racconta di due anime che si cercano, si sfiorano, si sostengono; che esplorano le zone d’ombra e quelle luminose dell’esistenza; che costruiscono ponti e accettano, quando necessario, il silenzio della solitudine. Un legame forte, umano, delicato: un legame che cammina.

È un’opera che non “si guarda”, ma si sente addosso. Una liturgia laica del sentire, dove si mescolano coraggio e fragilità, desiderio e accettazione, caduta e rinascita. Un atto d’amore verso la poesia, verso il corpo, verso la vita. L’ingresso è gratuito, fino a esaurimento posti. Roma, ancora una volta, dimostra che la cultura è un bene comune da condividere – e da vivere insieme.

David Cardarelli

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