Home Ambiente NO del TAR ad ampliare inceneritore tra Artena e Cori

NO del TAR ad ampliare inceneritore tra Artena e Cori

Bocciato l'ampliamento dell'inceneritore di Fassa Bortolo, la sentenza blocca il cementificio

da Alessandra Battaglia

Arriva firmata dal TAR del Lazio una sentenza che blocca definitivamente la possibilità per Fassa Bortolo di realizzare il suo nuovo cementificio. Dunque l’inceneritore di Artena di Fassa Bortolo non verrà realizzato. Della decisione si rallegrano residenti, comitati e ambientalisti.

A presentare alla magistratura amministrativa la questione di fortissimo impatto sulla salute e capace di sovvertire i valori ambientali era stato il Comune di Cori.

E così diventa storia la decisione del Tar del Lazio che, chiamato il 25 ottobre ad esprimersi sul confermare o meno la sospensione già concessa dell’autorizzazione regionale per l’ampliamento dello stabilimento al confine tra i comuni di Artena e Cori,  ha deciso di affrontare direttamente nel merito il ricorso avanzato dal comune di Cori.

Non sono ovviamente mancate le azioni di ferma opposizione da parte della stessa Fassa Bortolo, della Regione e del Comune di Artena. Ma, nonostante tali opposizioni,  il Tribunale Amministrativo Regionale ha deciso di annullare direttamente l’autorizzazione della società ad appena un mese e mezzo dall’introduzione del giudizio.

Una sentenza destinata a far discutere perché impedisce definitivamente a Fassa Bortolo di realizzare il suo nuovo cementificio.

Soddisfazione è stata espressa dai legali del comune di Cori, Francesco Salvi e Maria Antonietta Di Noia dello Studio esperto in diritto ambientale B-HSE: “Il Tar fa giustizia di un procedimento decisamente sui generis, che ignorava le osservazioni e le prescrizioni dell’Arpa e legittimava una serie di ulteriori inaccettabili criticità. Abbiamo assistito a un iter innaturalmente velocizzato e senza le dovute attenzioni ambientali e sanitarie, che non ha tenuto in debito conto i pareri tecnici e le considerazioni espresse, non tutte necessariamente ostili all’attività industriale ma comunque tali da richiedere una maggiore ponderazione e non, certamente, forzature sconsiderevoli per portare avanti un progetto allo stato incompatibile con il territorio”.

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