Fino a domenica 29 gennaio il vampiro più famoso di tutti i tempi è al Teatro Brancaccio di Roma in versione musical con “Vlad – Dracula”.
L’iconico succhia-sangue, nato nel 1897 dalla geniale mente del grande scrittore Bram Stoker, non avrebbe bisogno di presentazioni e deve la sua immortalità al fascino impareggiabile che, da sempre, lo segue di pari passo alla scia di sangue e morte che si lascia dietro, visto che, dall’Ottocento in poi, è incarnazione diabolica del male ma anche simbolo ammaliatore di seduzione e di eterna ricerca d’amore. Il demone dai denti aguzzi, disegnato ispirandosi alla figura storica del Principe di Valacchia Vlad III, è uno dei miti che non smette di catturare l’immaginario collettivo ed infatti sono incalcolabili le varianti con cui continua ad attraversare storie di carta e pellicola, a calcare i palchi di tutto il mondo e a rendersi protagonista di manifestazioni, eventi e racconti che vanno dal piccolo al grande schermo.
Se, tra tutti, il “Dracula” capolavoro di Francis Ford Coppola, film del 1992 insignito di diversi Oscar, ne incarna probabilmente la versione cinematografica più amata e celebre, è molto interessante assistere alla rivisitazione teatrale realizzata dal regista Ario Avecone, autore anche della scrittura dello spettacolo insieme a Manuela Scotto Pagliara.
In effetti è una sfida molto complessa proporre un cult di tale portata nella dimensione del musical e con l’idea di creare anche un originale e stimolante nuovo spunto nel racconto che si sviluppa con una assolutamente inedita chiave di lettura (che non sveliamo perché non intendiamo sciupare tutte le sorprese ai Lettori di Monolite Notizie).
Senza fare spoiler, si può sottolineare però la grandissima cura ai minimi dettagli fin dall’ingresso al “Brancaccio” che sembra un immenso universo parallelo tinto di fantasy e abitato da citazioni di Kubrick, Lucas, Tim Barton e Christopher Nolan.
Coinvolge tutti l’effetto di potente impatto per l’attenzione dedicata alle performance di accoglienza nel bellissimo Teatro Brancaccio dove si inserisce tra gli spettatori uno splendido serpentone di figuranti che indossano abiti ricchi di ogni malizioso e fantasioso dettaglio, arricchito con accessori incantevoli. Sono una bella rappresentanza del gruppo della Steampunk Roma, con garbo e simpatia accompagnano ed intrattengono gli spettatori in ingresso rendendo ancora più immersiva l’esperienza dello spettacolo “Vlad”. Tra ‘vere’ zanne di vampiro (sfoggiate con fascino e raffinatezza da Artemisia Della Ruggine), pizzi, merletti, cappellini e maliziosi sorrisi, tante bellissime dame hanno popolato il debutto insieme ad altrettanti galanti gentiluomini riccamente abbigliati per la prestigiosa occasione.
Tanti i volti noti di spettacolo, cultura e TV che si prestano a giocare con questo scenario che vibra di epoca Vittoriana: da Antonella Elia a Vladimir Luxuria, Giusy Versace , e poi Alessia Fabiani, Emanuela Tittocchia, Massimiliano Varrese, Patrizia Pellegrino, Pamela Camassa, Francesca Valtorta, Alan Cappelli Goetz, Samuel Peron, Guglielmo Scilla, Tiziana Giardoni e tanti altri.
Quando si accede alla splendida sala la suggestione è amplificata da una particolare scelta nel dosaggio delle luci, impastate di quel sapore da sogno gotico e dark che ben si attiene ad uno spettacolo dedicato al Conte Dracula. E così si viene accolti da un’atmosfera molto suggestiva creata da una maxi-proiezione che ripropone lo stupendo effetto su cui campeggia il purpureo titolo del musical di una visione complessiva che evoca le suggestioni in 3D. Sembra nevichi in sala e la suggestione si amplifica quando, proprio ad inizio spettacolo, mentre anche gli ultimi posti vengono occupati, i performers invadono la platea.
Ad impreziosire lo show concorre anche un delizioso personaggio che suona l’arpa eseguendo brani live dalla balconata superiore del Brancaccio. L’incipit è da fuochi d’artificio, con un sapiente mix di videoproiezione e prestazione artistica che strega tutto il pubblico e mostra una scenografia imponente e magnifica che accompagna duttilmente il susseguirsi dello spettacolo con movimenti ad incastro veramente suggestivi, specie nella scena (che si immagina sia) collocata al porto.
Nota di merito anche per tutte le luci, che vengono gestite, anzi giocate, in modo da incantare e trasportare la gremita platea del debutto direttamente nelle mitiche atmosfere di Vlad in cui tutti gli elementi gotici si fondono al thriller, in un intrigo dove il tempo gioca un ruolo cruciale.
L’allestimento scenico curato da Michele Lubrano Lavadera e da Ario Avecone e l’uso delle luci di Alessandro Caso sono in stile post-industriale ed evocano da un lato i miti della filmografia, come Mad Max, dall’altro pellicole più recenti come lo Sherlock Holmes di Guy Ritchie o Crimson Peak.
La cura nel confezionare abiti e dettagli, ideati da Myriam Somma, è frutto di una ricerca personale e innovativa, basata sull’epoca vittoriana nutrita da contaminazioni con tessuti e materiali tecnologici avanzati.
Questi gli ingredienti accattivanti di “Vlad Dracula” che nasce dalla volontà del regista Ario Avecone (“Murder Ballad”, “Amalfi 839AD”, “Rebellion”, “That’s Amore!”), autore del libretto e di parte delle musiche, di voler innovare il racconto di Bram Stoker e conferendogli una nuova prospettiva.
Il regista, da sempre attento a ricercare nuove forme di linguaggio teatrale, si avvale della collaborazione del Maestro Simone Martino (“Roma Opera Musical”, “Beatrice Cenci”, “Canto di Natale”, “S.Michele l’Angelo dell’Apocalisse”, “La Sirenetta”) autore di parte delle canzoni originali e di Manuela Scotto Pagliara per la parte letteraria e alcune canzoni originali.
L’opera è ambientata in un mondo steampunk di fine 800, all’alba dello sviluppo industriale moderno e dello sfruttamento delle nuove risorse energetiche. Nel momento esatto in cui per l’uomo ha avuto inizio un pericoloso conto alla rovescia che porta fino ai giorni nostri. In questa corsa contro il tempo, anche un personaggio immortale come Dracula diventa vulnerabile e si trova per la prima volta a condividere un problema con il genere umano. Così la direzione in cui viaggia lo spettacolo è bivalente , tra bene e male, oltre lo spazio e il tempo, nel dualismo dell’animo umano, tra vita e morte, scienza e mistero.
“Sono sempre stato affascinato dalla letteratura gotica di fine Ottocento –dichiara il regista Ario Avecone e prosegue- e un amante degli autori che in quegli anni scrivevano di misteri, amore non corrisposto e morte. Sono anche un grande appassionato di cinema e di registi come Tim Burton, Guillermo del Toro e Christopher Nolan. Le atmosfere tetre e malinconiche di queste opere mi hanno spinto a mettere in scena una nuova storia, un nuovo racconto tratto dal noto romanzo epistolare di Bram Stoker.
Dalla ricerca letteraria è nata l’ispirazione per creare e raccontare una nuova storia sul vampiro più famoso del mondo: rivisitata, attualizzata e resa in forma di musical. Quello che raccontiamo nasce dall’inquietudine, dalla rabbia e dalla solitudine che l’animo umano può provare in un tempo così complesso come quello che stiamo attraversando. Alla base di quei romanzi e quindi anche della nostra storia c’è sempre l’eterno dualismo tra il bene e il male, che è l’anima della riscrittura del testo e della regia di Vlad Dracula, dove ogni personaggio è stato curato nei minimi particolari sia da me che da Manuela Scotto Pagliara, co-autrice del testo. Le anime dei personaggi si rivelano spesso tormentate, ambigue, pur presentando una loro fragilità di base. Su questo si gioca il grande scontro tra luce ed ombra, dove l’alchimia, la scienza e soprattutto l’amore e la passione sono i veri protagonisti.
Un altro grande tema che ho voluto affrontare è il rapporto tra l’uomo e il tempo. La sua relatività e variabilità, che rende ognuno di noi capace di allargare i momenti belli e stringere quelli brutti, e viceversa. Un modo per esorcizzare forse l’impossibilità che abbiamo di rallentarlo davvero.
La mia speranza non è tanto di fornire risposte, ma piuttosto di far emergere domande tra gli spettatori. Il modo migliore per rendere un’opera contemporanea allo stesso tempo spunto di riflessione, ma anche momento di divertimento e di puro intrattenimento” – conclude Avecone.
Lo stesso regista, Ario Avecone, al termine dello show saluta e ringrazia il pubblico della capitale trovando l’occasione per valorizzare tutto il cast tecnico ed artistico (che riportiamo nei rispettivi ruoli di seguito nella sinossi dell’opera “Vlad”), nonché l’opportunità fornita da Alessandro Longobardi, padrone di casa dello stupendo Teatro di Via Merulana 244.
Alessandra Battaglia
Sinossi di “Vlad – Dracula” regia di Ario Avecone
Una strana nebbia opprime un piccolo paese a nord dell’Inghilterra, in una coltre densa fatta di paura, inspiegabili morti e sparizioni. Il Prof Van Helsing (interpretato da Christian Ginepro – “Charlie e la fabbrica di cioccolato”, “Cabaret”, “A qualcuno piace caldo”, “Rocco Schiavone”), alchimista fiero e razionale, cerca una spiegazione logica per dare un senso a tutti questi misteri.
Sotto osservazione è il paese di Whitby, in cui si trova la Carfax, divenuta dimora del misterioso magnate straniero, il Conte Vlad Tepes (interpretato da Giorgio Adamo – “Jesus Christ Superstar”, “We Will Rock You”, “Siddharta”).
Personaggio schivo e irascibile, principe del male, è ossessionato dalla perdita della sua prima moglie, Elizabeth. Obbligato all’eternità, si serve di altre donne per colmare quel vuoto, destinando la loro esistenza però ad una vita dannata e senza amore. Fin quando casualmente rivede in Mina Murray (interpretata da Arianna Bergamaschi – “La Bella e la Bestia”, “Pinocchio”, “Il Mago di Oz”, “Murder Ballad”), la reincarnazione della sua amata Elizabeth.
A Vlad si accompagna la figura della Contessa Justina, interpretata da Chiara Vergassola, un nuovo talento del musical italiano. Justina è un personaggio non presente nel racconto di Stoker. Apre e chiude lo spettacolo ed è l’ultima delle spose dimenticate nel tempo da Vlad. È un personaggio dalle mille sfaccettature e Il suo amore non corrisposto alimenta la sete di vendetta verso il Conte. Justina incontra il giovane giornalista Jonathan Harker, interpretato da Marco Stabile (“Kinky Boots”, “Jersey Boys”, “Dirty Dancing”, “Grease”, “Colorado”, “Domenica In”), che per brama di successo rischia di rovinare il rapporto con sua moglie Mina Murray. L’ambizioso giornalista d’assalto giunge alla dimora di Vlad Tapes, deciso ad occuparsi del più grande scoop giornalistico della sua carriera, ma sparisce nel nulla e sulla sua scomparsa indagano il Dottor John Seward (interpretato da Paolo Gatti – “Un Medico in Famiglia 6”, “I Cesaroni 4”, “Siddharta”, “Canto di Natale”), e il suo collaboratore Strattford, (interpretato da Jacopo Siccardi – “Hair”, “A Christmas Carol”, “Murder Ballad”, “Amalfi 839AD”).
La storia ci porta a conoscere anche il visionario inventore Renfield (interpretato da Antonio Melissa – “La Divina Commedia”, “Uomo tra gli uomini”, “Rosso Napoletano”, “Actor Dei”), un uomo che per raggiungere i suoi sogni professionali di scienziato si allontana dalla figlia Lucy Westenra, (interpretata da Valentina Naselli – “Jesus Christ Superstar”, “Mamma Mia”, “Sister Act”, “Murder Ballad”) e per questo cade nella solitudine e nella depressione. Un uomo dalla doppia personalità, la cui anima oscura, ombra ed ispirazione, è interpretata da Dario Guidi (Gigi Proietti Globe Theatre, “Actor Dei”, “X Factor Italia”, “Smack il Musical”).
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