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Alexandra Filotei si racconta al De’ Servi

da redazione

Rendere gradevole e divertente una vera tragedia è un’arte che appartiene a pochi. Tra questi sicuramente c’è Alexandra Filotei che ne dà prova nel suo spettacolo “9 ore sotto casa”, in scena al Teatro De’Servi di Roma fino al 28 novembre. La piéce è frutto della drammatica esperienza diretta della Filotei che, con la grazia ironica di chi sa imprimere l’arte in uno spettacolo, ti toglie il fiato per restituirti una gamma di emozioni intense e inattese.

Vivere un’esperienza che ti segna per tutta la vita può diventare un dono da regalare al pubblico. Tutto nasce quando la vivace esistenza dell’artista viene travolta da una tragedia ma il colore, che è vita stessa quando sfavilla di voglia di esistere e resistere, riesce a salvarti perfino seppellito dalle macerie. La vita è più forte e vince su tutto, trova il modo di trionfare attraverso l’ironia e insegna. E così l’assenza forzata di 5 anni della Filotei dal palcoscenico diventa un ritorno da non perdere assolutamente. Un’opportunità per conoscere, al meglio, l’attrice già vista in La Squadra 8, Boris, I Cesaroni, Un medico in famiglia, “BRA” e” MMHH” di S.Dandini, “Vivere” F.Archibugi.

A firmare la scrittura dello spettacolo, insieme all’interprete stessa, anche Sergio Viglianese (Zelig, Colorado, Sabato Italiano) che l’affianca sul palco.
Lo spettacolo vede la partecipazione di Lucia Bini (Compagnia Nazionale di R. Paganini e L. Martelletta) che danza con grande leggerezza, avviluppandosi in piacevoli giravolte che ben sanno descrivere altre dimensioni dello spettacolo. Il pubblico è rapito dalla rappresentazione e segue con grande partecipazione riconoscendole non solo meriti e coraggio, ma anche grande capacità nel coinvolgere con una modalità speciale tutti i presenti. Al termine l’intera sala del teatro si alza compatta in una lunga standing ovation per applaudire la performance diversi minuti. In quello scrosciante fragoroso battito di mani risuona il sincero, lunghissimo e caloroso applauso che vuole abbracciare l’esperienza e ringraziare l’artista per questa intima e potente condivisione resa in modo ironico come solo lei poteva fare.

 

Ciro Battaglia

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