Il bidello più famoso d’Italia Enzo Marcelli, protagonista del docu-reality de “Il Collegio”, in prima serata su Rai 2, questo fine settimana debutterà prima al teatro di Bracciano, sabato 13 novembre e poi, domenica 14 novembre sarà a Rocca di Papa. La nuova avventura del bidello più famoso della TV è a teatro dove, con tantissime date da qui a febbraio 2022, porterà sul palcoscenico “Io sono Enzo” con tutta l’ironia ma anche vivacità e riflessioni che lo fanno seguire da oltre 150.000 teenagers. Numeri da capogiro quelli che l’attore ha catalizzato sui social, impresa complicatissima la sua se si pensa a quanto sia difficile suscitare interesse per questa fascia di età figuriamoci a mantenerlo. Eppure questo simpatico a romano, classe 1973, non solo ci riesce ma raddoppia la sua presenza dividendosi tra TV e teatro.
Lo abbiamo intervistato proprio prima della lunghissima tournée teatrale in cui viaggerà per tutto l’italico Stivale. Quando lo raggiungiamo ha appena concluso le ultime prove a teatro, quindi gli domandiamo subito: com’è lo spettacolo?
È uno spettacolo molto bello ma anche complicatissimo: in scena sposto ben 74 elementi!
esordisce Enzo Marcelli ed illustra così le ultime limature prima dell’imminente debutto di questo sabato:
È uno spettacolo particolare perché nasce proprio da tutto quello che mi è successo in questo ultimo anno con Il Collegio”. Il docu-reality che spopola coinvolgendo tantissimi teenagers è il fortunatissimo format che, dopo uno straordinario successo in oltre dieci nazioni, adesso è nella top ten dei programmi più seguiti dai ragazzi italiani.
Ho aperto dei profili in cui ho un rapporto diretto con gli adolescenti, sono 150 mila ragazzini, gli racconto come è cambiata l’adolescenza negli ultimi 20 anni. Ovviamente parto raccontando la mia adolescenza che è completamente differente dalla loro, da chi anche oggi ha 20 anni. Racconto, come sempre nei miei spettacoli la mia vita personale, tutto quello che oggi non si può più fare e anche però tutto quello che oggi si può fare rispetto a quando anche la mia generazione viveva l’adolescenza.
Quindi questo spettacolo, in particolare il racconto dell’adolescenza di ieri e di oggi, è scaturito proprio dal tuo ruolo di bidello nel format “Il Collegio”?
Si, lo spettacolo nasce dopo “Il Collegio” ma anche perché, oltre all’attore, ho un’agenzia di animazione. Diciamo che mi sono sempre rapportato ai giovani perché, oltre all’attore in teatro, tv e cinema, ho un’agenzia di eventi, dunque mi rapporto da sempre con giovani animatori tra i 18 ed i 23 anni. I miei dipendenti sono gli animatori, spesso alla prima esperienza di lavoro, che hanno una fascia d’età poco superiore a quella dei “collegiali”, che hanno tra i 14 ed i 17 anni. Quindi mi sono sempre rapportato ai giovani nello stesso modo: quando faccio il bidello mi comporto come mi comporto quando faccio il capo dell’agenzia. Fondamentalmente sono sempre me stesso. Quindi, chi mi vede ne “Il Bidello” de “Il Collegio” e poi a teatro spesso mi dice che sono uguale a quando faccio il bidello…in realtà chi mi conosce nella vita sa che sono sempre io, perché il ruolo del bidello non ha copione, è un reality, quindi svolgo le mie mansioni esattamente come se lavorassi come bidello. Non c’è un elenco di battute che devo recitare e mi rapporto naturalmente con i collegiali. Mi diverto tantissimo, anche come attore sono proprio libero e devo dire che sono stupito di quanto piace il personaggio che in realtà sono io.
Però ti hanno assegnato il ruolo del bidello nel format Il Collegio perché sei un attore, vero?
Si, si, certo, la mia passione per il teatro è iniziata da piccolissimo, poi ho lavorato in America con Vittorio Gassmann, sono stato uno dei protagonisti dell’ultimo film di Mario Monicelli e ho fatto per cinque anni “Don
Matteo” per la TV. Poi ho lavorato con Enrico Brignano e, sempre a teatro ho fatto anche lo spettacolo “Damma della gelosia” con Gigi Proietti. Poi, adesso, da quando mi hanno preso per interpretare il ruolo del bidello ne “Il Collegio” sono scattati tanti altri stimoli, stando a contatto con giovanissimi collegiali. Dico questo anche perché è stata un’esperienza molto particolare, visto che il programma è un reality, dunque un impegno che dura senza interruzioni tutto il giorno per sette mesi. Inoltre è un reality ma è ambientato in epoca passata: io faccio il bidello nel Collegio negli anni ’70, che è l’epoca in cui sono nato e negli anni ’90 quando sono cresciuto. Quindi ci sono riferimenti un po’ particolari e divertenti, sono tutti racconti molto legati alla famiglia, a come sono cambiati i rapporti, come è cambiato il mondo degli adolescenti.
E lo spettacolo “Io sono Enzo” che porti a teatro quindi ripropone questi periodi?
Si anche, perchè lo spettacolo è proprio un bellissimo viaggio nel passato recente attraverso oggetti e ricordi ma anche esperienze. Si torna indietro, per portare un esempio, negli anni ’70 quando c’era l’inflazione e ne “Il Collegio” ambientato negli anni ‘70, come bidello ho aumentato il prezzo dei panini proprio per rispecchiare il fatto storico. Ed è stato molto divertente vedere i ragazzini alle prese con la nostra cara Lira ma soprattutto con gli spicci…le monetine di cui loro non capiscono il senso abituati all’Euro, se so’ proprio ingarellati (dice in dialetto romano n.d.r.).Se calcoli il panino 500 Lire, sarebbero 20 centesimi in Euro, ma i ragazzini non capiscono bene l’equivalenza dei valori tra Euro e Lira perché c’è anche il fatto della svalutazione. Per esempio negli anni successivi, con 200 Lire noi ci telefonavamo dalla cabina telefonica, una cosa assurda per i ragazzi di oggi che hanno il cellulare da sempre. Se provano ad usare il telefono degli anni ’70, loro infilano il dito nel buco con il numero e, invece di far girare il cerchio verso destra, spingono come fosse un pulsante!!! Questo è successo proprio ieri e ci siamo ammazzati de’ risate. Quindi da queste cose per noi impensabili nasce la comicità dello spettacolo, anche perché c’è il fatto che i genitori dei ragazzini sono coetanei miei più o meno. Sono cambiate moltissime cose in soli 20 anni.
Il suo ruolo ne “Il Collegio”, in questi ultimi due anni, l’ha resa speciale perchè è la novità inserita tra i professori ed i sorveglianti, una figura anche a cui i ragazzini si rivolgono per avere libri e materiale didattico ma anche merendine, quindi è una sorta di jolly per i collegiali, lei pensa di essere cambiato?
Jolly, si e poi io li faccio mangiare e gli preparo proprio i panini, questo crea proprio il vero rapporto tra me e i ragazzini. Me dicono che so’ più bravo io che la cuoca del collegio. E nell’ultima puntata, con quello che ho fatto stando dalla parte dei ragazzini… Non voglio rovinare la sorpresa a chi non l’ha visto. Comunque sicuramente si sono cambiato nel rapporto con gli adolescenti che prima frequentavo perchè ci lavoravo. Ma, grazie all’esperienza fatta ne “Il Collegio”, adesso non ho una conoscenza superficiale, ho avuto modo di conoscere meglio il mondo degli adolescenti. Devo dire che è stato anche difficile lavorare facendo i tamponi ogni tre giorni perchè eravamo in zona rossa, quindi con tutta la situazione del virus. Altre differenze ci sono al livello lavorativo: negli spettacoli che faccio nelle piazze, che ho sempre fatto come cabaret. Questa estate ne ho fatti cinque, tutti pieni perchè sono, dico tra virgolette, un volto riconoscibile grazie a “Il Collegio” ho quella notorietà che ti da la TV. La gente stava lì proprio ad aspettarmi. Io questo proprio non me lo aspettavo. Certo io lo sapevo anche prima che sapevo fa’ ride…mica ho imparato questa estate, eh?!
Ma adesso lei fa ridere diversamente?
No, solo che adesso c’è già il pubblico che aspetta Enzo Marcelli. Prima invece, intendo prima di fare “Il Collegio”, i primi dieci minuti era diverso, era sempre una lotta: il pubblico me lo dovevo conquistare ogni volta. Questo poi “Io sono Enzo” che debutta adesso è uno spettacolo teatrale divertente, scritto da un autore bravo che è Fabrizio Gaetani e con una regista forte che è Francesca Nunzi.
Come si rapporta alla notorietà dovuta a “Il Collegio”?
Come ho detto “Il Collegio” non è la mia prima esperienza, anzi non è nemmeno la più importante, avendo lavorato con maestri come Gassmann, Proietti e Monicelli. Ma la televisione la vedono tutti, arrivi in tutte le case, quindi un programma per teenagers che vedono a casa e quindi, siccome a casa comandano loro, allora è sicuro che sono costretti a vederlo vedono tutti: genitori, altri figli, zii, nonni, certo adesso il pubblico mi conosce dalla TV. Che altro succede? Succede che io ho fatto un evento di piazza e c’erano tutte nonne, non riuscivo a capi’ come me conoscevano tutte ‘ste nonne…poi ho capito che le nonne mi conoscono più delle mamme perchè le mamme stanno la domenica con i figli che guardano la puntata de “Il Collegio” in prima serata su Rai 2. Ma poi, essendo “Il Collegio” su Rai Play , dove i ragazzini si rivedono le repliche delle puntate veramente al livello infinito vicino alle nonne che le sanno pure loro a memoria! Ho scoperto che ci sono genitori che mettono i ragazzini a dormire mettendogli “Il Collegio”! Si, c’è gente che se le vede a branchi. E pensare che da piccolo mio padre me minacciava dicendomi “Sta attento che te metto in collegio!” e pensare che sono arrivato a 40 anni e m’hanno chiamato per andarci e ci sono andato pure contento!


