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Giorno della Memoria, la bisnonna racconta, scrive il piccolo Alberto

Rocca di Cave 7 febbraio 1944, il mancato eccidio

da Alessandra Battaglia

In una ricorrenza così importante, Monolite Notizie pubblica il testo scritto dal piccolo Alberto Pulcini, di Cave.

Il 27 gennaio  GIORNO DELLA MEMORIA

Questa è una giornata di sofferenza.

La mia bisnonna ogni volta che vado a trovarla mi racconta sempre la sua vita da piccola e la storia della guerra che mi ha colpito profondamente. In una sola ora di visita riesce a raccontarmi fatti realmente accaduti e con la  sua testimonianza riesco ad immedesimarmi in un bambino dell’epoca. Un episodio vissuto dalla mia bisnonna:

Rocca di Cave 7 febbraio 1944,  il mancato eccidio.

” La nostra città era sotto attacco dalle truppe tedesche.

Nelle strade si udivano le bombe sganciate e urla e pianti di aiuto.

La tensione si alzava, facemmo tutti un urlo di paura quando la porta si spalancò e quattro tedeschi  chiesero mio padre e mio nonno, capimmo che avevano cattive intenzioni ovvero portarli in piazza S. Nicola e fucilarli con un solo colpo. Speravo di rivederli di nuovo,  infatti fu così perché vennero salvati dalle truppe americane e potei riabbracciare i miei parenti”.

Un libro dedicato alla giornata della memoria che mi sento di consigliare è: “Il diario di Anna  Frank”. In questo libro la bambina  ci spiega la sofferenza che lei visse in quei giorni vissuti in una casa rifugio per nascondersi dai nazisti; giorni di paura vissuti in quei spazi angusti e stretti, condivisi con otto persone e con un gatto che combinava guai. La giovane scrittrice descrive come gli uomini, donne e bambini erano costretti a vivere in campi di concentramento in posti luridi, sporchi e pieni di paura subendo torture bruttissime. Anna voleva diventare attrice e poi scrittrice, ma i suoi sogni per colpa della guerra e della persecuzione del dittatore Adolf  Hitler purtroppo non si realizzarono e questa è una cosa che mi fa arrabbiare, perché come dice la mia mamma i sogni vanno coltivati ma per loro non è stato possibile. Tutti i loro sogni sono stati infranti. Il 27 gennaio è quindi un giorno commemorativo perché attraverso il ricordo di quei momenti vissuti dobbiamo far in modo che quella storia non si ripeta.

Arrivederci e al prossimo articolo.

Alberto Pulcini

 

Nel riferimento storico al 7 febbraio 1944 il piccolo Alberto ha ricordato una delle vicende più drammatiche per Rocca di Cave. All’epoca dei fatti il territorio di Rocca di Cave era diviso che sotto assedio delle truppe tedesche. Ci fu una imboscata in cui persero la vita alcuni soldati nazisti. Così l’esercito tedesco aveva preso la decisione -disumana ma ricorrente per il periodo storico- di fucilare gli abitanti. Veniva applicata la regola per cui, per ogni soldato tedesco ucciso, dovevano morire dieci italiani. Purtroppo questi spietati metodi trovavano applicazione anche in altre località, come avvenne a Palestrina, nell’episodio, ancora oggi ricordato, dell’eccidio degli XI Martiri e in alcuni comuni dei colli prenestini nonché dei castelli romani e di tutta l’ampia provincia romana. Invece, dopo ore di terrore, quel giorno mentre donne e bambini, disperati, trovavano rifugio, arrivò un “contrordine” e improvvisamente l’esecuzione venne sospesa. L’ assedio venne tolto e più di qualcuno ebbe la sensazione di aver vissuto un autentico miracolo.

Alessandra Battaglia

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