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Cena del Cardinale: incanto a Carpineto Romano apre l’Estate 2025

Parata di autorità e figuranti nel banchetto rinascimentale ai giardini della “Reggia dei Volsci”

da redazione

Lo scorso 1° agosto, nelle ore in cui il sole si congeda dietro i monti lepini e l’aria fresca si fa balsamo d’estate, Carpineto Romano ha vissuto qualcosa che non è facile raccontare, ma che tutti i presenti porteranno nel cuore: la Cena del Cardinale, (opportunità esclusiva e su prenotazione), che ha aperto il clou dell’ “Estate Carpinetana 2025”. Tantissimi appuntamenti tutti da vivere al fresco e per conoscerli consultate la locandina in fondo e segnate in agenda l’imperdibile il 31 agosto: ci saranno le sfide a cavallo per il Pallio della Carriera, eccezionalmente al Largo Lavatoio (non al campo sportivo che è interessato dai lavori di riqualificazione).

Il convivio sotto le stelle è stato infatti l’evento inaugurale del Pallio, articolata e coinvolgente manifestazione culturale curata con passione e rigore dall’Ente Pallio della Carriera condotto dal presidente Roberto Cacciotti (nella seconda  foto sotto a destra con completo chiaro) e dall’Amministrazione Comunale, guidata dal sindaco Stefano Cocciotti (nella foto sotto con la fascia tricolore).

Un’esperienza fuori dal tempo, sospesa tra sogno e memoria, in cui la bellezza ha trovato casa nei Giardini della Reggia dei Volsci, trasformati per una notte in una tela vivente di storia, gusto e identità. Nel videoservizio curato da David Cardarelli per Monolite Notizie, molti dei presenti, centinaia i volontari attivi, tanti i rappresentanti delle istituzioni regionali e nazionali, hanno raccontato a caldo le emozioni di una serata che è sembrata una fiaba. E come tutte le fiabe, anche questa ha lasciato un segno.

Molti i figuranti, tra cui il Cardinale stesso, Donna Olimpia,(interpretata  da Eleonora Polidoro, accanto in foto), il consorte Gian Francesco Aldobrandini (interpretato da Diego Corvo sopra in fotografia) e dignitari delle sette contrade di Carpineto, hanno sfilato in abiti secenteschi con una coreografia che ha restituito tutta l’esperienza, la teatralità e la bellezza del passato, consentendo al pubblico di rivivere a pieno quella temperie storica. La parata, arricchita da moltissimi altri componenti, tornerà poi protagonista nella giornata del Pallio, confermando la sua centralità nella narrazione storica della città. L’iniziativa ha visto la rievocativa illustrazione dei significati della pagina di storia nonchè delle pietanze di volta in volta servite davanti al palazzo Aldobrandini, antica sede della nobile famiglia romana, che tra fine XVI ed inizio XIX vi edifico il dicato di Carpineto, a ci appartenevano le comunità lepine di Gavignano, Gorga, Maenza e Montelanico.

Questo particolare rito collettivo si dispiega per tante altre date per celebrare lo spirito del Seicento lepino,  ricordando la figura centrale del cardinale Pietro Aldobrandini, raffinato mecenate e potente nipote di Papa Clemente VIII. Uomo di lettere e di governo, il Cardinale si rese artefice di un’importante stagione urbanistica e culturale per Carpineto. Si deve a questa personalità la costruzione della Chiesa di San Pietro e del convento annesso, affidato ai Francescani, il luogo divenne uno dei principali poli di studio filosofico e teologico del territorio. In questo complesso Pietro Aldobrandini fece realizzare un appartamento privato, residenza esclusiva per le sue visite nella cittadina lepina. Il cuore simbolico di quelle visite – e location della Cena del Cardinale fino a due anni fa – è il suggestivo chiostro seicentesco di S.Pietro, impreziosito dalle 28 lunette affrescate dal pittore Francesco Serbucci, autentico capolavoro pittorico che racconta la vita di San Francesco.

Nella nuova location della Cena, “nel contesto scenografico imponente –come lo defineisce ai microfoni di Monolite il Primo Cittadino Stefano Cacciotti-, idea nata per  valorizzare il borgo antico di Carpineto, ad aprire la serata, come da tradizione, è stata la sfilata del corteo storico, una visione d’altri tempi che ha incantato tutto il pubblico.  A fare gli onori di casa il sindaco Stefano Cacciotti e la sua Giunta, in particolare la vice-sindaco e assessore alla cultura Emanuela Massicci, insieme al direttore scientifico del Museo di Carpineto Romano Leo Gavillucci, impeccabili padroni di casa che hanno accolto con calore i moltissimi ospiti presenti. Tra le autorità istituzionali, spiccavano l’on. Angelo Rossi deputato della Repubblica, il senatore Giorgio Salvitti, l’on. Alessandro Palumbo, l’on. Edy Palazzi, e numerosi sindaci del territorio, tra cui il Sindaco di Labico, Danilo Giovannoli, testimoni della centralità che Carpineto ha saputo mostrare come apertura dell’estate carpinetana nel panorama culturale.

“Il Pallio è la manifestazione più identitaria nella quale i carpinetani si riconoscono maggiormente.(omissis) Era giusto inserire all’interno di questa manifestazione così importante che è la Cena del Cardinale anche u riferimento al nostro borgo antico: grandissimo successo lo scorso anno che ora si ripete, in questo contesto scenografico imponente, (i Giardini della Reggia dei Volsci -n.d.r.), con la partecipazione di centinaia di volontari, con le istituzioni regionali e nazionali e questo naturalmente ci riempie di orgoglio perchè fa riacquisire a Carpineto una centralità sul territorio che, grazie a questa manifestazione, ha sempre avuto”.

sottolinea lo stesso Sindaco Cacciotti.

Un arazzo di pregiata fattura, opera originale e unica di un celebre apprezzatissimo artista contemporaneo, Marck Kostabi, statunitense di fama internazionale, si trova custodito ancora nella Canonica di San Giacomo di Carpineto Romano in attesa di essere consegnato, quale drappo, al Vincitore del Pallio 2025.

Tra la sfilata suggestiva tra le strade del paese, uno scrigno medievale da scoprire, ed una tappa in Chiesa per l’elegante presentazione dell’evento (sopra una immagine della presentazione ufficiale in Chiesa), le suggestioni sono andate in crescendo. Il vento, che soffiava impetuoso tra le torri e le terrazze, sembrava voler mettere alla prova la performance in programma per la serata: l’esibizione degli Sbandieratori di Carpineto Romano, un team che, come dichiara il Sindaco “è un altro dei nostri vanti, ha conosciuto un ricambio generazionale importante e c’è grandissima passione, è una delle associazioni più frequentate e partecipate  dai nostri giovani e una delle associazioni in cui i nostri giovani si riconoscono perchè coniuga tradizione, identità e innovazione e continua ricerca anche nell’organizzazione; e  queste sono le occasioni in cui abbiamo il piacere di ammirare le loro gesta”.

Ma proprio contro quella sfida, davanti ad un pubblico affascinato dalla veduta panoramica che si godeva tra vento e colori, si è levato uno dei momenti più suggestivi: gli Sbandieratori, sulla terrazza della Torre, hanno danzato con le raffiche come se fossero note di una sinfonia invisibile. Non solo bravura tecnica, ma talento istintivo e predittivo, in un’esibizione che ha strappato applausi sinceri e occhi lucidi.

La serata è stata impreziosita dalla presenza di una ricca selezione di raffinati figuranti in costume d’epoca, rappresentando nobiltà e popolo. La loro presenza ha restituito ai numerosi spettatori la magia del Seicento lepino con abiti sontuosi e ricercati, veri capolavori sartoriali. Ogni costume (eccezionali capolavori realizzati con estro e dedizione), ogni accessorio, ogni acconciatura parlava di studio, passione e amore per le radici, interpretati con orgoglio da cittadine e cittadini di varie età che, per una notte, si sono fatti interpreti e custodi di una storia più grande.

Nel chiostro della Reggia si è svolto il banchetto, sontuoso e raffinato, che ha omaggiato i fasti della tavola rinascimentale con un menù ispirato ai testi dell’epoca, rivisitato con intelligenza contemporanea. Pietanze dai nomi antichi e sapori decisi, orchestrate da chef capaci e generosi, servite secondo i rituali dell’epoca con stoviglie in terracotta. Un vero affresco gastronomico, che ha saputo parlare anche ai palati moderni, unendo cultura e gusto in un unico, indimenticabile boccone. A coronare il banchetto, musiche originali del XVII secolo eseguite dal vivo, che fatto da sottofondo.

Ma ciò che ha reso davvero speciale questa edizione della Cena del Cardinale è stata l’anima giovane che l’ha animata: bambini, ragazzi, giovanissimi coinvolti con entusiasmo e rispetto, custodi silenziosi e vivaci di un patrimonio che si trasmette con l’esempio, non con la retorica. A loro, un encomio speciale, perché nei loro occhi brilla il presente ed il futuro di questa tradizione.

Perché la Cena del Cardinale nella sua carica emblematica di rievocazione storica, proprio nella prima abitazione del casato Aldobrandini che rilanciò il paese stesso, ha inaugurato il calendario degli appuntamenti che, di sera in sera, illumineranno Agosto a Carpineto Romano. È stato un atto d’amore verso la propria storia, un esercizio collettivo di memoria viva, un modo di stare insieme che non dimentica chi siamo, ma lo celebra con grazia, rispetto e bellezza. È stato un inno alla Carpineto che fu, e soprattutto alla Carpineto che è: fiera, accogliente, consapevole del proprio valore.

Punta di soddisfazione anche nell’omaggio a Papa Leone XIV che nel nome scelto dal nostro nuovo pontefice successore da poco insediatosi sul trono di Pietro, nell’Anno del Giubileo, richiama e prosegue l’antica linea avviata con Leone XIII, ovvero Gioacchino Pecci, proprio di Carpineto Romano: longevo papa (eletto nel 1878, si sprnse a 93 anni), noto per il suo sprito brillante e la sua ironia, della famosa enciclica “Rerum Novarum”, su questioni centrali sulli diritti dei lavoratori e sui principi di giustizia sociale, promulgata nel 1891.

E mentre le ultime luci si spegnevano tra le colonne e i tigli, il tempo, per un istante, ha davvero smesso di correre. Il Cardinale è tornato, e Carpineto gli ha fatto trovare una casa ancora più bella.

Il panorama è da togliere il fiato, un affaccio privilegiato sulle vedute di tutta la vallata. Il Museo allestito nelle sale interne conserva opere mirabili, come la favolosa “meditazione di San Fracesco”, (foto qui sopra)  opera del 1605, che reca con sè il mistero dei doppioni caravaggeschi realizzati, appunto, dal pittore lombardo Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, insieme ad altri interessanti documenti e oggetti antichi, una collezione tutto da scoprire che si alterna alla esposizione in teche di abiti che raccontano anche la storia del costume locale.

Alessandra Battaglia

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