Atmosfera da fiaba incantata ieri sera al debutto nazionale dello spettacolo ispirato al leggendario racconto “Il Piccolo Principe” scritto dalla penna di Antoine de Saint de Exupéry, ora nuova produzione teatrale di Razmataz Live, con la regia di Stefano Genovese.
Un racconto scritto con tocco magico, poetico e semplice, che racchiude tutto il senso della vita diventando da sempre, la storia più lette nel mondo, le cui citazioni fanno riecheggiare aforismi folgorante ed indimenticabili:
«L’essenziale è invisibile agli occhi».
«Cosa vuol dire addomesticare?». chiede il Piccolo Principe alla Volpe che gli risponde: «È una cosa da troppo tempo dimenticata… Vuol dire creare dei legami».
Sentimenti e dialoghi attualissimi che non mostrano esser passati attraverso 80 anni (risale ad allora la data della pubblicazione). A questo valore si aggiunge la magnifica cornice del Teatro Sistina di Roma, dove sarà in scena fino al 12 febbraio, per poi spostarsi in tour: dal 16 al Teatro Celebrazioni di Bologna, dal 23 al Teatro Colosseo di Torino; dal 2 marzo al Tuscany Hall di Firenze, e dal 23 al Teatro Repower di Milano, per poi approdare in Francia il prossimo autunno e ad Amsterdam, Berlino, Dublino, Lisbona e Madrid nel 2024.
“Il Piccolo Principe” è uno dei libri più regalati, letti e conosciuti nel mondo, eppure quasi nessuno ne ricorda esattamente il contenuto, ai più rimane impressa la sensazione nel leggerlo ma, quasi a riprova di quanto il suo autore scrive, gli adulti non pensano mai alle cose veramente importanti e così, chiaramente, le dimenticano. Quali sarebbero le cose importanti? Sono quelle che ci insegnano ad intercettare ed a percepire da piccoli e che, quasi come un incantesimo, dimentichiamo una volta diventati grandi. E allora il ruolo del Piccolo Principe, eterno bambino, è rinfrescarci la memoria e tornare a sentirle.
«Tutti gli adulti sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano»
È dal 1943 che “Il Piccolo Principe” incanta grandi e piccini. È un libro da guinnes, secondo solo alla Bibbia (oltre 500 lingue e dialetti) e ha venduto più di 200 milioni di copie in tutto il mondo (19 milioni solo in Italia). L’opera, che ben si presta ad esser declinata in varie modalità e forme, si è trasformata innumerevoli volte diventando fumetto, film, serie animata o balletto.
Stavolta è uno scorcio di cangiante universo in cui abitano i sogni pluridimensionali della storia del Piccolo Principe.
Il palcoscenico ospita il racconto con l’ allestimento di una magnifica scenografia spaziale punteggiata dalle stelle delle costellazioni che lo trasforma, di volta in volta, nel magico pianeta del celebre libro fino a regalare alla sala gremita l’interazione giocosa proorio con i tanti pianeti che lo compongono.
Nei panni del Piccolo Principe si alternano sul palco due attori in erba di appena 7 anni: sono il romano Alessandro Stefanelli ed il pontino Gabriele Tonti. Insieme a loro c’è Davide Paciolla ‘aviatore’, Adele Tirante ‘rosa’, Matteo Prosperi ‘re’ e ‘geografo’, Vittorio Catelli ‘lampionaio’, Ludovico Cinalli ‘volpe’, Giulio Lanfranco ‘affarista’ e ‘ubriacone‘.
A dirigerli il regista Stefano Genovese per la produzione Razmataz Live.
A completare il cast creativo de “Il Piccolo Principe”: Carmelo Giammello (Scene), Paolo Silvestri (Direzione e arrangiamenti musicali), Guido Fiorato (Costumi) e Giovanni Pinna (Disegno luci).
Vivace l’insieme di performance proposto: dal balletto all’acrobazia circense, dagli effetti illusionistici a quelli scenografici, il tutto alternando la prosa, al mimo ed alle coreografie.
Lo spettacolo sceglie poi di abbinarsi felicemente ad alcune delle più amate musiche e canzoni della storia della musica italiana.
E così lo show emoziona sulle note dell’immortale ‘Volare’ di Domenico Modugno, ‘Azzurro’ di Paolo Conte portata al successo da Adriano Celentano, ‘La Cura’ di Franco Battiato e altri brani di profilo internazionale.
Durante lo svolgimento dello spettacolo il divertimento si accende con un ottimo ritmo di continue variazioni, proprio come in una ruota stellare si accentua sempre un profilo diverso, grazie allo show firmato Razmataz Live, rappresentazione unica nel suo genere, che si snoda attraverso gli innumerevoli linguaggi. Si passa dal prediligere la narrazione a valorizzare l’aspetto della musica, dal canto al proporre movimenti di scenografia o altre performance.
Lo spettatore assiste ad un racconto organizzato in composito, certo sempre riproponendo il Piccolo Principe, ma viene gestito con un ritmo di ottimo equilibrio tra prosa, musical, nouveau cirque e installazione. Ogni registro espressivo valorizza un aspetto del significato e, di passaggio in passaggio, ogni snodo della vicenda attinge ad un codice comunicativo specifico. «Ciascuna scena non si ferma agli occhi o alle orecchie o all’olfatto» – racconta il regista Stefano Genovese – «Quelli sono solo porte sensoriali per arrivare alla destinazione finale: il cuore di ogni spettatore».
Chi ha amato “Il Piccolo Principe” potrà riscontrare, andando al Sistina rispetto per la cifra dell’opera originale. Un valore che Stefano Genovese evidentemente ha scelto di lasciare intatto affidando il racconto all’immaginazione, traducendolo in un’esperienza spettacolistica evocativa che solo il teatro, per sua stessa natura, restituisce con grande suggestione.
Le verità sono semplici e diventano assolute proprio in virtù della loro essenzialità. Le immagini – come sosteneva lo stesso Antoine de Saint-Exupéry – aiutano a non dimenticare, a rendere reale ciò che, se fosse solo raccontato, non sarebbe creduto. Si delinea così il senso profondo di una riflessione attuale e, contemporaneamente, per l’epoca, di estrema avanguardia, dato che la fotografia era appena agli albori. C’è un soffio predittivo nell’intercettare il ruolo cruciale che la fotografia stessa avrebbe iniziato ad avere nelle vite di ciascuno di noi appena un secolo dopo.
Alessandra Battaglia


