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La seconda vita di Porry Pastorel inizia a Castel San Pietro Romano

La racconta una Mostra a Palazzo Mocci con foto e documenti inediti

da redazione

È stata inaugurata sabato scorso, 6 maggio 2023, la mostra “Adolfo Porry Pastorel – Visioni Diffuse” ospitata a Castel San Pietro Romano presso il Museo Diffuso, a Palazzo Mocci.
Si tratta di un progetto che ha preso il via di riflesso approfondendo la stupenda esposizione “L’altro sguardo”, presso Palazzo Braschi a Roma, tenutasi qualche tempo fa e di cui Monolite Notizie ha trattato qui.

Visitando la mostra capitolina, una delegazione di Castello guidata dal sindaco Gianpaolo Nardi con la Direttrice del Mudì di Castello Roberta Iacono ha apprezzato l’esposizione che è stata ponte di collegamento per dare l’opportunità di approfondire tutta la “seconda vita” del padre del fotogiornalismo italiano Adolfo Porry Pastorel. Erroneamente, si supponeva che il fotoreporter, uscito dalla scena romana- che aveva dominato tra colpi di genio e scatti epocali- avesse rinunciato alle sue passioni una volta ritirandosi per caso e quasi in autoconfinamento a Castello, dopo il dolore per la perdita dell’unico figlio (anche egli fotoreporter, disperso nella campagna in Russia).

E invece, dopo tanto lodevole impegno e studio, grazie a felici sinergie createsi come anche l’incontro con il Professor Luigi Menduni, che tanto si è interessato al tema e grazie l’apporto prestigioso dell’Istituto Luce e di tanti importanti partner e consulenze speciali come quella del principe Benedetto Barberini, si è potuto evidenziare che Porry, giunto a Castello, “non appese affatto la macchina fotografica al chiodo”, anzi si attivó ancor di più per disegnare un futuro completamente diverso per il “paesello scassato”, dove riuscì a richiamare troupe cinematografiche e rendere all’avanguardia il paese con scelte innovative che hanno precorso, esattamente nel suo stile, i tempi.

Insomma Adolfo Porry Pastorel viene raccontato dunque con una ricostruzione puntuale, realizzata tra documenti inediti e sue fotografie che i cittadini di Castello custodivano nei cassetti, per restituire un più articolato quadro storico in cui Porry si mosse tra antichi legami di amicizia e familiari e interessi sociali e politici. Parafrasando quello che si legge lo stupendo Catalogo della Mostra, “il suo arrivo nel territorio viene sempre romanticamente narrato come un caso. Oggi, grazie alle informazioni ritrovate negli archivi possiamo aggiungere un nuovo punto di partenza per le vicende che videro questo poliedrico personaggio muoversi all’interno dei Monti Prenestini.” Era legato al piccolo paese già da tempo, “lo frequentava fin dagli anni Trenta come luogo di villeggiatura” e “dalle ricerche svolte è emerso che Porry aveva rapporti con l’ambiente artistico, letterario e culturale romano già dagli inizi del Novecento e alcune frequentazioni (con l’artista Duilio Cambellotti, il famoso scenografo Giulio Coltellacci ed il principe Luigi Barberini n.d.r.) potrebbero essere state decisive per la conoscenza di questi luoghi.

La documentazione amministrativa relativa alla sua azione politica rivela progetti ambiziosi e grande sensibilità per tematiche come il turismo, l’ecologia, la sanità pubblica, il valore delle risorse.
È una scoperta osservare dettagli che rivelano il vero volto di questo anticonformista così sui generis guardando didascalie ed immagini in esposizione a Castello.
La mostra ripercorre – attraverso documenti, testimonianze e foto inedite – la straordinaria vicenda di Porry Pastorel a Castel San Pietro Romano, di cui fu sindaco dal 1952 al 1960.
Gli studi effettuati nell’ultimo anno, oltre alla grande partecipazione dell’intera comunità locale, hanno visto l’apporto anche dell’Istituto Nazionale per la Grafica. Tutti i validi contributi elencati, dai singoli agli enti, hanno fatto emergere aspetti inediti non solo del geniale operato di Pastorel in veste di sindaco, ma anche degli ultimi venti anni della sua attività fotografica che l’opinione corrente riteneva ormai esaurita e che a Castel San Pietro, invece, ritrova vigore e vive una vera e propria rinascita.

La presentazione della Mostra ha ben illustrato risultati e obiettivi grazie alle interessanti parole dei relatori: l’assessore alla cultura Maria Rosicarelli, il sindaco Gianpaolo Nardi, il prof. Enrico Menduni, la direttrice del MUDI Roberta Iacono e la giornalista Vania Colasanti. La sala era piena e tantissime erano le persone provenienti anche da altri luoghi proprio per partecipare all’importante evento che ha consentito a tutti si soffermarsi a visitare la Mostra. Presente anche il sindaco di Capranica Prenestina Francesco Colagrossi ed il principe Benedetto Barberini che ha incuriosito con l’annuncio di prossime iniziative sul legame tra Pastorel e la famiglia Barberini.

Ha concluso il vernissage un delizioso omaggio alle idee geniali di Porry che stupiva tutti usando i piccioni viaggiatori per inviare i negativi delle sue foto da sviluppare e stampare in tempi record. Così, grazie all’interessamento della giornalista Vania Colasanti, anche lei promotrice della figura di Porry Pastorel -attraverso il libro “Scacco matto” (che verrà presentato il 25 maggio presso la libreria Elia di Via Somalia a Roma)-, è stato effettuato un suggestivo lancio di piccioni viaggiatori dalla piazza principale di Castel San Pietro Romano.

La mostra rimarrà visitabile fino al 3 settembre, dando l’occasione per apprezzare lo splendido borgo dei monti prenestini, un gioiellino curato con amore, già incoronato sia “Borgo più bello d’Italia”, sia “Borgo più bello del Mediterraneo”.

Nel videoservizio di Monolite Notizie una panoramica della inaugurazione con le interviste ai principali artefici di questa meravigliosa iniziativa che continua ad onorare le radici storiche e sociali non solo della comunità castellana ma anche la fiera determinazione nel conoscere le mille sfaccettature del nostro condiviso passato, attraverso figure luminose come Adolfo Porry Pastorel, ancora oggi valorizzate dalla sensibilità di una amministrazione che è viva espressione della comunità di Castello.

 

Alessandra Battaglia

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