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Donne “InVisibili” che hanno rivoluzionato il Cinema

Le donne che hanno fatto il cinema prima ancora che il cinema fosse industria

da redazione

C’è una genealogia del cinema che per troppo tempo è rimasta sepolta sotto la polvere degli archivi e dei pregiudizi, e ha un volto femminile. Dal 16 maggio al 28 settembre 2025, l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma ospita “InVISIBILI. Le Pioniere del Cinema”, una mostra che non è solo un percorso espositivo, ma un vero e proprio atto politico di restituzione storica, simbolica e culturale. Promossa dal Ministero della Cultura e curata da Archivio Luce Cinecittà, l’iniziativa si presenta come un tributo potente a trenta donne che hanno scritto – spesso in silenzio, ma con forza – le prime pagine della settima arte.

Sono state registe, sceneggiatrici, produttrici, montatrici, attrici e fondatrici di case di produzione in un tempo in cui tutto era ancora da inventare, e loro lo hanno fatto, anche quando il mondo attorno sembrava volerle ignorare. Il loro apporto non è una nota a margine della storia del cinema: è parte fondante di essa.

L’esposizione mira a riportare in luce questa eredità dimenticata. A fare da apripista, la figura di Elvira Notari, (accanto in foto) prima regista donna italiana, vera pioniera di un modo nuovo e personale di raccontare Napoli, la strada, le donne. Ma accanto a lei, si snoda il filo di tante altre storie straordinarie: Giulia Cassini Rizzotto, attrice e regista che portò il teatro davanti alla macchina da presa; Daisy Sylvan, imprenditrice del cinema, autrice e attrice, fondatrice della Dora Film a Firenze; Adriana Costamagna, Bianca Guidetti Conti… nomi che, letti oggi, sembrano venire da un’altra era, eppure parlano a questa più di quanto immaginiamo. (In copertina Mabel Normand dietro la macchina da presa).

Quelle che la mostra definisce “invisibili” non erano comparse o note a piè di pagina nella storia di un’arte in divenire: erano donne di visione, che hanno saputo utilizzare la macchina da presa per costruire narrazioni alternative, spesso scomode, e modelli femminili liberi, autonomi, controcorrente. Donne che raccontavano la società e la cambiavano, in anticipo sui tempi.

Trenta le voci femminili riportate sotto i riflettori contemporanei in altrettante trenta sezioni. Il percorso espositivo, articolato in trenta sezioni monografiche, è un viaggio nelle profondità della memoria filmica, tra pellicole ritrovate, bozzetti originali, fotografie d’epoca, lettere private, riviste rare e sceneggiature dimenticate. Ogni sala è un ritratto, ogni pioniera racconta un pezzo di quel cinema che creava il linguaggio mentre lo parlava. Un cinema fatto di sperimentazione e coraggio, dove le donne si muovevano senza chiedere permesso: tra scrittura, direzione artistica, costumi, montaggio e produzione.

L’impressione, attraversando questa mostra, è che più che invisibili, queste figure siano state rimosse. Non per mancanza di merito, ma per l’incapacità – storica, sistemica – di riconoscere lo sguardo femminile come fondativo. “INVISIBILI” colma quel vuoto, e lo fa non con retorica, ma con documenti, opere, immagini, restituendo la presenza là dove è stata silenziata. A rendere ancora più significativo il progetto è la presenza di un catalogo, edito da Mondadori Electa, che si affianca alla mostra come estensione narrativa e critica. Tra i contributi, spicca un inedito firmato da Margaret Mazzantini, insieme a riflessioni di importanti firme del giornalismo culturale italiano. Un libro che non è solo accompagnamento, ma parte integrante del gesto curatoriale: un invito alla rilettura della storia del cinema da un’altra angolazione, più giusta e più completa.

E così accade che la memoria di questi trenta volti femminili diventino emblema di un impegno importante: valorizzarne il contributo. In un’epoca in cui il dibattito sulla parità nel mondo dell’audiovisivo è ancora acceso, questa mostra fa molto più di raccontare: riporta in vita. E quelle donne, da invisibili, tornano visibili, presenti, necessarie. (Sotto foto-George Meliers, emblema del cinema).

Realizzata in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia, il Museo Nazionale del Cinema e la Cineteca di Bologna, “INVISIBILI” si presenta come una operazione culturale urgente, che ricompone una storia frammentata, cucendo con pazienza ciò che era stato strappato. Ma è anche un messaggio per il presente: il riconoscimento tardivo non è solo riparazione, è trasformazione. È dire che il cinema – e con esso la cultura – ha bisogno di tutte le sue voci per essere davvero universale.

David Cardarelli

Riepilogo Info
InVisibili. Le Pioniere del Cinema

Istituto Centrale per la Grafica, Roma
16 maggio – 28 settembre 2025
Ingresso libero 

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