Dal 17 al 19 aprile 2025, il Teatro Tor Bella Monaca di Roma ospiterà “Alice da Grande”, uno spettacolo multimediale e moderno che prende in prestito solo alcuni profili tratti dal celebre racconto di Lewis Carroll. Scritto e interpretato da Bruna Mandolino, con la regia di Paolo Ricchi, lo spettacolo disegna una prospettiva innovativa sulla figura di Alice, immaginandola adulta e lontana dal Paese delle Meraviglie. Si crea quindi tutt’altra favola: è una favola inquieta e surreale quella in scena a teatro. Nella pièce si esplora un’Alice adulta catapultata nel caos della modernità. Sul palcoscenico Alice si confronta con le sfide del mondo contemporaneo, tra le contraddizioni della vita moderna e le difficoltà nel mondo del lavoro.
Luci e suono sono curati da Marco Linari, mentre le sculture lignee, che aggiungono un tocco di profondità e simbolismo, sono opera di Bruno Smocovich.
Le musiche originali, che arricchiscono l’atmosfera, sono composte da Maurizio Ponziani, mentre le opere pittoriche che decorano l’ambiente scenico sono create dalla talentuosa Mariarosaria Stagliano. La storia si sviluppa attorno a Piazza Re di Roma, luogo fisico e simbolico dove la protagonista, ancora curiosa e indagatrice, cerca autenticità e creatività in un ambiente che spesso sembra soffocarle. Il plus di questo spettacolo promette di essere per il pubblico una chance per vivere contemporaneamente un’esperienza multimediale e ma anche dai toni fiabesca.
“Alice da Grande” è descritto come uno spettacolo multimediale e fiabesco, che combina elementi di teatro, musica e arti visive. La scena essenziale include una seduta che funge da trono metafisico, abiti appesi, una valigetta e un dialogo musicale. L’attrice interagisce con questi oggetti, attribuendo loro ruoli corporei, eterei, danzanti e clowneschi, creando un’esperienza coinvolgente che sfida la percezione della realtà. “Alice da grande” rappresenta un’opportunità per riscoprire una storia senza tempo ma molto distante da quella ascoltata da bambini, una nuova “vita” di Alice, una versione inedita e filtrata attraverso una lente contemporanea che offre al pubblico un’esperienza teatrale ricca di emozioni e riflessioni.
Lo spettacolo porta in scena uno scenario molto diverso da quello delle meravigliose favole lette sinora a firma di Carroll. La pièce è quasi in risposta a domande come: che esperienze potrebbe fare Alice cresciuta, orfana del paese delle meraviglie, e precipitata nel traffico e nel caos esistenziale e rotatorio di una famigerata Piazza di Roma?
Sul palco si raccontano in chiave surreale gli scontri della protagonista con il difficile (e ormai precario) mondo del lavoro, il bisogno di ricerca e di autenticità nella propria vita, i disagi della scelta creativa. In questa favola irrequieta eppure fiduciosa, c’è anche un gatto del Cheshire che si dilegua non appena la vita incalza. Sfuggendo lascia però una traccia da inseguire: una coda guizzante e appena percettibile, come un sogno, che permette ad Alice di “attraversare lo specchio”. Ma il “salto”servirà, al contrario rispetto alla favola di Carroll, in cui Alice sogna ad occhi aperti, di concedere ad Alice-adulta e frastornata-il lusso di andare alla ricerca di quella “bambina” sognatrice che alberga ancora in qualche angolo di sè.
Gli uomini hanno abitudini. Le donne anche. (….) Tutti hanno sane abitudini che concernono il
loro sopravvivere quotidiano. Io, non so perchè, no!”
(da “Piazza Re di Roma”, di Bruna Mandolino)
Queste invece le note che accompagnano la presentazione dello spettacolo:
Mediamente, quando in teatro si leva il sipario su un monologo femminile, ci aspettiamo contenuti
che riguardino la condizione della donna, vuoi dal punto di vista della violenza di genere, anche
psicologica, vuoi dal punto di vista della discriminazione sociale. E sul filo rosso che collega questi
due aspetti.Stavolta, invece, l’argomento è diverso. In ALICE DA GRANDE si parla della alienazione e della
conseguente normalizzazione dell’individuo nel mondo del lavoro, a scapito della creatività e dello
sviluppo delle qualità personali. Il viaggio di andata e ritorno che si compie nella piece, tuttavia, è
compiuto da una donna ben specifica, qui assimilata alla ben nota Alice di Carroll. E quindi donna
“fiabesca” per dna personale, priva degli automatismi necessari alla vita pubblica e privata della
nostra società tecnologica, e portata nonché esposta per natura a lottare con la “materia” in ogni sua
derivazione.Trattandosi della ripresa di uno spettacolo già realizzato, ho scelto di non intervenire nelle scelte di
fondo preesistenti, ossia la multimedialità della messinscena nei suoi aspetti visivi e musicali.
Permangono intatti, pertanto, i filmati onirici realizzati dalla stessa autrice Bruna Mandolino e la
parte musicale dal vivo, composta e suonata da Maurizio Ponziani.Compito che mi sono dato è stato quindi mediare tra la pagina scritta e il racconto recitato, tra la
Mandolino autrice e la Mandolino interprete, tra biografia e spettacolo. Concretamente calibrando la
recitazione affinché ragionamento e poesia fossero compensati da sentimento e ironia. Al fine di
restituire il testo nelle molteplici sfaccettature che lo innervano.Un famoso filosofo tedesco, nell’800, diceva e scriveva che “l’uomo è ciò che mangia”, volendosi
riferire al predominio della “materia” sullo spirito. Come dire, banalmente: se mangi bene, non solo
non muori di fame, ma sei più sano, più bello, più buono e più intelligente, più tutto. In una epoca in
cui la lotta contro la fame riguardava la maggioranza della popolazione della vecchia Europa, tale
posizione filosofica era addirittura rivoluzionaria. In tempi più vicini, mutatis mutandis, si è spesso
sentito dire, a proposito delo stesso predominio di cui sopra, che “l’uomo è quello che fa”….
In questo testo, e mi auguro in questo spettacolo, sembra di poter cocludere che invece, ci piaccia o
meno, l’uomo fa, o torna gradevolmente a fare, esattamente quello che è.

Uno spettacolo onirico, che racconta il viaggio della protagonista alla ricerca della creatività perduta. Lo spettacolo teatrale intitolato “Alice da grande” potrebbe forse inscriversi nell’alveo di quel realismo magico, in un ponte speciale che mixa fra realtà e magia. Una scena essenziale, sulla quale si collocano una seduta che è un trono metafisico scolpito nel legno, abiti appesi, una valigetta, un dialogo musicale, e l’attrice che dà a ciascuno di questi oggetti e a sé stessa un ruolo via via corporeo, etereo, danzante, clownesco, raccontando una storia che è un percorso di consapevolezza ma anche una vertigine sognante, attraverso immagini in video, corpo e voce. Il racconto ruota e si snoda intorno a Piazza re di Roma, che è luogo fisico e dell’anima.
Prima di assistere allo spettacolo ci si domanda quanto sia lontana “Alice da Grande” alla “Alice nel paese delle Meraviglie” (a lato immagine della magnifica versione originale del libro). Nello spettacolo che andrà in scena vedremo probabilmente la giovane, una volta cresciuta, si muove stordita ma piena di energia in una città non città, capitombolando, e danzando nella caduta, nella selva dei sogni, delle ambizioni, e dei progetti, e di quella difficoltà che gli attori e i poeti hanno nel riconoscersi cittadini della modernità. Alice da grande è anche una surreale e graffiante critica dell’alienazione da contemporaneità. Multinazionali onnivore annientano l’individuo, mentre nell’emarginazione sociale risorgono prepotenti le necessità più profonde: arte, istanze creative, bisogno di abbracciare la complessità, liberazione graduale dall’approvazione, ricerca di autenticità. Una Alice che ha provato ad indossare ogni abito che il suo bisogno di appartenenza e di sopravvivenza le proponeva. Una donna a disagio col quotidiano, una lavoratrice tenace che ha calzato ruoli senza riuscire ad aderirvi fino in fondo. Alla fine ce la farà solo ad essere Alice, l’adulta-bambina ancora curiosa e indagatrice di realtà ambivalenti, di cui il bene e il male sono solo due facce di una verità mai assoluta, ma comunque tinta del rosso vibrante dell’anima.
Alessandra Battaglia
Dettagli dello Spettacolo
Date: 17, 18 e 19 aprile 2025
Orario: 21:00
Location: Teatro Tor Bella Monaca, Via Bruno Cirino, Roma
Biglietti: Disponibili presso il botteghino del teatro o tramite il sito ufficiale.
Per ulteriori informazioni e prenotazioni, è possibile contattare il teatro al numero 062010579 o visitare il sito web ufficiale
Arena Teatro Tor Bella Monaca – Estate 2025
Situato in Via Bruno Cirino angolo Via Duilio Cambellotti, l’Arena Teatro Tor Bella Monaca è facilmente raggiungibile tramite la Metro C o la Linea Bus 20. L’area è dotata di un ampio parcheggio, rendendo l’accesso comodo per il pubblico.
Per informazioni e prenotazioni, è possibile contattare il numero 062010579 (attivo dalle 10:30 alle 19:30) o inviare un messaggio su Whatsapp al 3920650683. Per ulteriori dettagli, è disponibile l’email promozione@teatrotorbellamonaca.it.
Il botteghino è aperto dal martedì alla domenica, dalle 10:30 alle 21:30. È possibile acquistare i biglietti anche online tramite Vivaticket, o visitando i siti www.teatrotorbellamonaca.it e www.teatriincomune.roma.it.
Biglietti:
Intero: 12,00 Euro
Ridotto: 10,00 Euro
Giovani: 8,00 Euro
GIFT CARD: 78,00 Euro (10 ingressi)



