Home Cultura e Spettacolo “Adelaide, Contessa Leopardi”: dietro le ombre della madre, il poeta

“Adelaide, Contessa Leopardi”: dietro le ombre della madre, il poeta

Pièce di riflessione sul poeta dell'Infinito e sull'umanità

da Alessandra Battaglia

Dal 14 al 17 novembre, Teatrosophia di Roma accoglie un’opera teatrale che scava nei meandri più oscuri della psiche di uno dei poeti più tormentati della letteratura italiana, il grande Giacomo Leopardi. Calca le scene lo spettacolo intitolato “Adelaide, Contessa Leopardi”, scritto da Antonio Mocciola e diretto da Giorgia Filanti. Protagonisti Francesco Giannotti, Cristiana Stazzonelli e il giovane Lorenzo Mereu nel ruolo del giovane Leopardi. La regia è di Giorgia Filanti. Al centro della scena la figura complessa e controversa di Adelaide Antici, madre di Giacomo Leopardi, il poeta che ha reso celebre il suo pessimismo cosmico. Un’interpretazione inedita e pungente, che non si limita a raccontare la biografia di una donna, ma solleva interrogativi sulle cause profonde di quel pessimismo che permea tutta la vita di Leopardi. La pièce pone l’accento su Adelaide Antici: la madre sconosciuta di Giacomo Leopardi. La donna è stata spesso descritta dalla storia come austera, rigida e severa. Una donna di fede incrollabile, ma priva di quella capacità affettiva che avrebbe potuto offrire un supporto emotivo a un figlio già tormentato dalla salute cagionevole e da un ambiente familiare soffocante. Ma cosa si nasconde dietro questa maschera di rigidità? Cosa l’ha spinta a diventare la figura simbolo di un’oppressione che si riflette tanto nella vita di Leopardi quanto nella sua opera?

Contessa Leopardi prova a raccontare la sua versione della storia. Non è solo la madre severa e distante che ha plasmato un figlio incapace di credere nella felicità, ma una donna con le proprie fragilità, segnata da un passato di sofferenza familiare e da una visione del mondo marcata dal moralismo religioso. La sua vita lunga e tormentata è al centro dello spettacolo, che la dipinge come una figura intrappolata in un sistema di valori che non sa più sostenere, costretta a rimanere prigioniera delle proprie ossessioni e delle aspettative di una società che non ammette fallimenti. La performance di Cristiana Stazzonelli nei panni di Adelaide è un invito a guardare oltre le apparenze. La madre di Leopardi è qui dipinta come una donna schiacciata dalle sue stesse nevrosi, ma al contempo capace di suscitare una certa empatia. Non è solo un simbolo di oppressione, ma una persona che ha dovuto affrontare le sue solitudini e le sue difficoltà, scontrandosi con una società che non ha mai perdonato le sue fragilità. Accanto all’analisi della donna si affianca quella di un padre in ombra: Monaldo Leopardi, interpretato da Francesco Giannotti, il padre di Giacomo, che seppur meno severo della madre, ha avuto un’influenza determinante sulla vita del poeta. Monaldo è un uomo di grande cultura, ma anche un uomo un po’ stralunato, perennemente diviso tra la spesa immensa che ha fatto per l’educazione del figlio e le sue contraddizioni interiori. Monaldo si presenta come un personaggio più empatico di Adelaide, ma è forse proprio questa empatia che non basta a comprendere la profondità del malessere di Giacomo, un malessere che affonda radici non solo nel suo corpo malato, ma in un contesto familiare e sociale che non gli ha mai offerto quella libertà di espressione che tanto cercava. Il giovane Giacomo, interpretato da Lorenzo Mereu, è il protagonista più enigmatico di questa storia. Il suo pessimismo non è solo una reazione alla sofferenza fisica e psichica, ma anche il risultato di una continua lotta contro l’indifferenza di una società che non lo capiva. In questo spettacolo, Leopardi emerge come un giovane uomo che si dibatte tra il desiderio di liberarsi dalle costrizioni familiari e sociali e la consapevolezza di una solitudine esistenziale che sembra inevitabile. La sua incapacità di sognare diventa, nell’interpretazione di Mereu, il cuore pulsante di un dramma che non riguarda solo il poeta, ma l’intera umanità. Il palcoscenico del Teatrosophia racconta dunque una prigione emotiva. La scenografia di Contessa Leopardi, pur nella sua sobrietà, è un elemento cruciale nella narrazione. Attraverso l’uso di luci evocative, firmate da Diego Pirillo, lo spettacolo gioca con il contrasto tra il buio e la luce, creando uno spazio sospeso che riflette il senso di prigionia, sia fisica che psicologica, dei protagonisti. Il palazzo di Recanati, la “natio borgo selvaggio” che Giacomo tanto detestava, diventa così il teatro di un conflitto interiore che va oltre il semplice racconto biografico. Anche i costumi, a cura di Emiliano Sicuro, contribuiscono a delineare le personalità dei personaggi, con abiti che rivelano più di quanto non dicano le parole. La scelta dei tessuti e dei colori, spesso rigidi e severi, rimanda a una società dove la bellezza è imprigionata dalle convenzioni e dalle aspettative.

In Contessa Leopardi, Mocciola e Filanti riescono a dare voce non solo alla madre e al figlio, ma a tutto un mondo che si è formato attorno a loro. La figura di Adelaide, con tutte le sue contraddizioni, emerge come il simbolo di una madre che, pur avendo fallito nel suo ruolo affettivo, ha forgiato, senza volerlo, una delle menti più brillanti e solitarie della storia della letteratura italiana. È una storia di oppressioni, di sogni perduti e di lotte interiori, che si fa universale.

Non si tratta solo di una biografia, ma di una riflessione sulle relazioni familiari, sul peso che la società esercita sull’individuo e su come questi fattori possano forgiare il destino di una persona, condizionando persino la sua visione del mondo.

Alessandra Battaglia

Riepilogo Info
“Adelaide, Contessa Leopardi”
Dal 14 al 17 novembre 2024
Location: Teatrosophia – Via della Vetrina, 7, Roma

Orari:
Giovedì 14 novembre ore 21.00
Venerdì 15 novembre ore 21.00
Sabato 16 novembre ore 18.00
Domenica 17 novembre ore 18.00

Biglietti:
Intero: €14,00 + tessera associativa
Ridotto: €11,00 + tessera associativa

Info su www.teatrosophia.it

Prenotazioni:

https://www.teatrosophia.it/index.php/le-stagioni/2024-2025?view=article&id=65&catid=9

N.B: Per accedere alla prenotazione è necessaria la registrazione all’Associazione Culturale Teatrosophia per la sottoscrizione della tessera associativa che sarà valida per tutta la stagione 2024/2025.

 

 

Ti potrebbe interessare anche:

Lascia un Commento