Home Castelli Romani Monologo corrosivo su invidia e fallimento, Francesca La Scala protagonista

Monologo corrosivo su invidia e fallimento, Francesca La Scala protagonista

A Ciampino "Number One": la comodità della comicità, la tragedia del fallimento

da Alessandra Battaglia

Al “Piccolo Teatro dell’Essere in Sè” di Ciampino, il 16 e 17 novembre, va in scena Number One, un monologo scritto da Giuseppe Grisafi e diretto da Paolo Orlandelli, che affronta con tagliente ironia e un tocco di tragicomico, il tema dell’invidia. Protagonista assoluta è l’attrice Francesca La Scala, che regala una performance travolgente, dando vita a Benedetta, una donna consumata dalla gelosia e dalla frustrazione per un successo che non è mai arrivato. (Dello spazio teatrale “Libero Sè” il nostro giornale Monolite Notizie ha trattato: cliccando a questo link il precedente articolo).

Il temi trattati oscillano tra il successo negato e l’invidia divorante. Il monologo, tra risate e riflessioni dolorose, invita a guardarsi dentro e a chiedersi: quanto siamo disposti a sacrificare per raggiungere il nostro “successo” e a che prezzo?

Il monologo si apre con una scena che potrebbe sembrare banale, ma che si trasforma ben presto in una riflessione amara e profonda sul senso del successo e sulle dinamiche di un mondo che sembra premiare più le giuste conoscenze che il talento genuino. Benedetta, la protagonista, racconta con toni alternanti tra il sarcastico e il disperato, di aver visto una vecchia amica, Elenoire Velant (alias Filomena Chiavasso), trionfare nel mondo del cinema. La sua ex coinquilina, trasferitasi in Francia, ha ottenuto il successo che Benedetta aveva sempre sognato, tanto da essere ora protagonista di un film che sarà proiettato al Festival di Cannes. Ma per Benedetta, che si è sempre ritenuta più talentuosa, il suo sogno di gloria è rimasto solo un miraggio, mentre l’amica, grazie a influenti conoscenze familiari, ha raggiunto le vette del successo. La frustrazione di Benedetta è palpabile, e l’invidia che la divora si trasforma in un veleno che la spinge a raccontare la sua storia con amara ironia. Il monologo, infatti, si sviluppa come una riflessione corrosiva e pungente sulla realtà di chi non ha mai raggiunto la fama tanto ambita, ma soprattutto sull’impossibilità di accettare il proprio fallimento.

Due pesci sono al centro della scena proprio ad esprimere la  metafora di invidia e rivalità. Così il teatro di Orlandelli fa spazio per una scenografia semplice ma suggestiva. Uno è un pesce tropicale, Number One, l’altro un pesce rosso, Number Two. Questi pesci non sono solo decorazioni, ma vere e proprie metafore viventi, che riflettono l’invidia tra i personaggi. Number One, il pesce tropicale, simboleggia Elenoire, la rivale di Benedetta: affascinante, appariscente, capace di attirare l’attenzione di tutti. Number Two, il pesce rosso, è invece Benedetta, bella sì, ma di una bellezza comune, ordinaria, che non può competere con la magnetica presenza dell’altra. La scelta dei pesci non è casuale: sono simboli di una natura destinata a convivere in un ambiente chiuso, in un gioco di sovrapposizioni e rivalità che si ripete all’infinito.

L’invidia, come si sviluppa nel monologo, non è solo un’emozione, ma il contenitore di una serie di altri sentimenti, tra cui rabbia, autocommiserazione, gelosia e frustrazione. Benedetta si scaglia contro l’amica, ma allo stesso tempo si autoanalizza in un continuo gioco di accuse e giustificazioni. La sua autocommiserazione è sempre sul punto di sfociare in una rabbia incontrollabile, mentre le sue parole oscillano tra il riconoscimento del successo dell’amica e la critica al sistema che favorisce i privilegiati, quelli che, come Elenoire, hanno dalla loro parte “le giuste conoscenze”.

Un tema ricorrente nel monologo è infatti l’accusa al mondo dello spettacolo (e più in generale della società) in cui il successo non è determinato solo dal talento, ma anche da connessioni, conoscenze e occasioni favorevoli. Il padre di Elenoire, giudice di potere, è la chiave del suo successo, e Benedetta non fa altro che ripetere, con amarezza, che la sua ex amica è arrivata dove è arrivata per merito delle giuste frequentazioni, non per il suo talento. È un’accusa feroce, ma anche un’ammissione di impotenza.

Nel testo di Grisafi, l’umorismo è uno strumento fondamentale per veicolare la durezza del messaggio. Le battute brillanti e le situazioni surreali, che Benedetta crea nella sua fantasia, si alternano a momenti di riflessione più pesanti. La comicità diventa così veicolo per una riflessione amara sul fallimento, sul senso di inadeguatezza e sulla difficoltà di accettare che, forse, il talento da solo non basta. Alcune situazioni particolarmente divertenti, come le telefonate con l’amica Elenoire e con la madre, contribuiscono a rendere il personaggio di Benedetta ancora più umano, ma anche più fragile. Le sue frustrazioni, i suoi sogni infranti e la sua continua lotta contro l’invidia prendono vita in una performance brillante, che suscita risate e, al tempo stesso, disarmante empatia. La forza del monologo sta anche nell’interpretazione di Francesca La Scala, che dà vita a una Benedetta nevrotica e isterica, consumata dalla propria incapacità di accettare la realtà. La Scala riesce a dar vita a una protagonista che oscilla costantemente tra l’ironia e la disperazione. Nonostante alcune esagerazioni nella recitazione, che accentuano la nevrosi del personaggio, l’attrice riesce a trasmettere con grande intensità la sofferenza e la frustrazione di Benedetta. Tanti comunque i momenti più comici, dove l’attrice riesce a far ridere con una sola espressione del volto, ma anche nei passaggi più drammatici, nei quali il dolore della protagonista esplode in tutta la sua tragicità.

Number One è un monologo che, attraverso la performance di Francesca La Scala, invita lo spettatore a riflettere sul mondo del successo, sull’invidia e sulla fragilità dell’animo umano. La regia di Paolo Orlandelli, con una scenografia essenziale ma significativa, accentua la natura intimista e corrosiva della storia. Il messaggio che emerge con forza è che l’invidia, se non affrontata e compresa, è in grado di distruggere chi la prova, e che il vero successo dipende tanto da fattori esterni quanto dalla capacità di riconoscere e valorizzare i propri talenti.

Alessandra Battaglia

Riepilogo Info

“Number One”

monologo teatrale

con Francesca La Scala

location: “Piccolo Teatro dell’Essere in Sè”

Via Morosina n.48, Ciampino RM

Date: sabato 16 e domenica 17 novembre 2024

Ti potrebbe interessare anche:

Lascia un Commento