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ESTATE 2023, LA PIÙ CALDA DI SEMPRE

In Italia 13 siti Patrimonio dell'Umanità sono in pericolo

da redazione

A causa delle alte temperature e dell’innalzamento del livello del mare, in Italia 13 siti Patrimonio dell’Umanità sono in pericolo. Il rischio di alluvioni minaccia tra il 15 e il 20% dei beni culturali del nostro Paese. In questo 2023, la possibilità di battere i record di temperatura precedenti saranno del 60% a giugno, del 70% a luglio e dell’80% ad agosto. E certo è che di anno in anno il livello di 1,5°C specificato nell’accordo di Parigi verrà superato con una crescente<> frequenza, con forti ripercussioni sulla salute, sulle risorse idriche, sulla sicurezza alimentare e sulle migrazioni climatiche.

Tra i siti Patrimonio dell’Umanità a rischiare maggiormente di sparire nel nostro Paese sono: 1) Venezia e la laguna, 2) Ferrara e il suo delta del Po e 3) la basilica di Aquileia ad Udine, considerati tra i siti Unesco maggiormente a rischio nell’area mediterranea perché si affacciano sul Mar Adriatico settentrionale, dove le alte mareggiate coincidono con l’innalzamento del livello del mare a livello regionale.

Seguono poi: 4) il centro storico di Vicenza e le ville palladiane, 5) il centro storico di Napoli, 6) Ravenna, 7) le Cinque Terre, 8) Genova, 9) Pisa, 10) il sito archeologico di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata, 11) la Costiera amalfitana, 12) Siracusa e la Val di Noto e 13) Paestum.

Nel mondo, il riscaldamento globale e l’innalzamento del mare minacciano in particolare: 1) il Mar Morto, 2) la Foresta Amazzonica, 3) la grande barriera corallina australiana, 4) la piccola isola di Kivalina, 5) la barriera corallina del Belize, 6) l’Australia meridionale, 7) l’Africa sub sahariana, 8) Kiribati, 9) le Maldive, 10) il Glacier Montana Park tra gli Stati Uniti ed il Canada, 11) il Bangladesh, 12) Venezia e 13) il Grand Canyon in Arizona.

Che Estate dobbiamo aspettarci?

Per rispondere alla domanda dobbiamo affidarci alle cosiddette proiezioni climatiche sul lungo periodo: un tentativo di predire, con molto anticipo, l’andamento meteo a grandi linee su vaste scale areali. Un metodo per effettuare le previsioni stagionali consiste nel valutare una serie di indici (solari, atmosferici, oceanici e altro) e le possibili teleconnessioni (“se in questa parte del pianeta succede così, allora statisticamente dopo po’ di tempo in quell’altra parte del pianeta succederà cosà…”). Un tempo decisamente poco affidabili e mero oggetto di studio e di interesse per curiosi e appassionati, le tendenze stagionali sono oggi diventate un valido strumento di prognosi scientifica, con decisivi contributi nella valutazione climatica a più lunga scadenza. In Europa leader del settore è il Centro Europeo per la Previsione Meteorologica a Medio termine, ECMWF, di Reading (UK).

In base agli ultimi aggiornamenti a disposizione del CNR la prossima stagione sarà caratterizzata da temperature diffusamente oltre la media tra +1°C e +2°C già a Giugno su buona parte dell’Europa, Italia compresa.

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