Si inaugura presso la “Muef Art Gallery” di Roma sabato 25 marzo, a partire dalle ore 17:30, la mostra personale dell’artista Antonio Croce intitolata “Viaggi d’arte tra Aurelia e Maremma”.
L’esposizione -ricca di una suggestiva selezione di oli, acquarelli ed incisioni-, proseguirà fino a sabato 1° aprile quando, in occasione del Finissage, alle ore 18:00, verrà presentato il libro “Addio Maremma bella” del giornalista e scrittore Alfio Cavoli, con l’intervento della figlia Daniela Cavoli, interverrà anche l’attrice Simona Verrusio.
Due le suggestioni avvicinate: l’Aurelia e la Maremma toscana. Ancora due le personalità artistiche che si rincorrono nell’andirivieni della vita in cui il destino sceglie di incrociare due personalità: quella di Antonio Croce, docente d’arte ed artista, e quella di Alfio Cavoli, giornalista e studioso di tradizioni popolari. Si sono legati con un sottile ma indissolubile filo rosso a cui si avvicina e sovrappone anche quello condotto dalla giornalista Carla Guidi, curatrice della mostra dedicata a Croce che si esprime come riportato di seguito per tratteggiarne i profili più interessanti.
«Per poter parlare della pittura di Antonio Croce dobbiamo partire dal 1973 quando il giovane artista si reca al Provveditorato degli Studi di Grosseto per fare domanda di supplenza. Casualmente, all’interno degli uffici, conosce un signore con cui intrattiene una breve ma intensa conversazione che verte sulla comune passione per i paesaggi della Maremma. Il giovane artista concorda sulla constatazione che qui in alcuni luoghi “il tempo sembra essersi fermato”».
Una casualità non banale che segna una svolta determinante nel futuro di Antonio Croce. Quell’incontro fortuito, ed il consiglio di visitare quei luoghi prima che l’assalto della cementificazione li cancelli, incoraggia Croce. Da qui una lunga parabola si alzerà fino ad una data posteriore in cui quella casuale conoscenza tornerà, in un’altra strada, ad incrociarsi con la vita di Croce, svelando e l’identità.
Poi, infatti, continua la curatrice Carla Guidi «Ritroviamo il giovane Antonio Croce a Brescia dove, finito il servizio militare, rimane a lavorare nel mondo della scuola. L’esperienza di questa nuova dimensione, il paesaggio industriale, i pendolari del mondo operaio saranno le tematiche descritte dall’artista in una sua personale romana nel 1989 presso la galleria d’arte “Il Professionista”.
Tornato a Roma, si riconcilia con la luminosa realtà della Maremma laziale, abbandona gli “angosciosi” scenari industriali per vivere, da Roma a Civitavecchia, nuove esperienze visive. L’Aurelia è il percorso attraverso il quale l’artista si confronterà quotidianamente con il volgere delle stagioni.
Le distese di Macchiatonda, la campagna del borgo de I Terzi, i colli Ceriti, le pianure del Maccarese, le dune di Passoscuro diventano stimolo non solo visivo ma emozionale.
La sua seconda personale del 1990 presso la galleria Forum Interart è dedicata ai paesaggi dell’Aurelia.
Oli, acquerelli, incisioni mostrano, come in questa occasione espositiva, un sospendersi dello spazio/tempo.
Pochi i riferimenti figurativi nel senso della tradizione, sostituiti da campiture di colore sinergiche ed emozionali, che danno forma quasi astratta a pennellate veloci, una luminosa meraviglia che invita ad entrare nell’armonia della natura. La pittura di Croce è quindi pittura d’istinto, rapida come una folata di maestrale. Punta all’intensità di colori/forme dove però lo spazio si risolve in luoghi di largo respiro che dialogano tra loro, vibrando di tensione.
Il ritorno alla passione per la calcografia e l’incisione segna un percorso più mentale e descrittivo della sua ispirazione, mentre l’artista accede ad un nuovo lavoro in ambito professionale scolastico.
Casualmente acquista in una bancarella a Viterbo un libro dal titolo “Maremma Amara” e visionando la foto dell’autore, vi riconosce la persona con la quale tanti anni prima si era intrattenuto a parlare nei corridoi dell’ufficio scolastico grossetano.
Alfio Cavoli insegnante, storico e giornalista pubblicista, la sua bibliografia è riconosciuta a livello internazionale e consta di ben 45 volumi di storia e tradizioni popolari della Maremma. Di quell’incontro rimane in Antonio lo struggente attaccamento condiviso ad un territorio che sopravvive, nonostante le scellerate aggressioni, riuscendo ancora a lanciare gli ultimi bagliori di una vita in armonia con la natura, il cuore e l’anima. Mentre queste scritture rimangono tutt’ora fonte di ispirazione per l’artista, nel dicembre del 2017 tre sue opere (due incisioni e un acquerello) sono selezionate per l’esposizione presso il centro museale delle Clarisse di Grosseto, andando a fare parte della collezione permanente della nuova ala dell’Ospedale della Misericordia della città».
L’episodio legato a Cavoli è emblematico delle vicende dell’artista Antonio Croce, docente di Arte che fu pioniere nella realizzazione di un nuovo metodo di insegnamento che fondeva didattica tradizionale di materia artistica alle esperienze formative tratte grazie alle lezioni ricevute da tanti docenti illustri quali, ad esempio, Ferdinando Galli, pittore fiorentino ormai purtroppo scomparso, Guido Strazza, artista che fu suo docente di matematica, Gastone Bigi astrattista e Umberto Casotti.
Ad impreziosire il curriculum personale dell’artista c’è una prestigiosa collaborazione: negli anni ’90, fu chiamato a collaborare con la cattedra di Pedagogia generale dell’Università “La Sapienza” di Roma, tenuta dal Prof Giulio Sforza partecipando alle attività di laboratorio e realizzando una mostra con gli allievi trattando i temi ed i valori connessi all’educazione all’arte.
Riflessivo e sensibile, così scrive l’artista del suo lavoro: «Nel Belvedere dell’Alberata a Tarquinia trovai incisa su marmo, una frase di Vincenzo Cardarelli “Qui tutto è fermo, incantato nel mio ricordo. Anche il vento.”
L’ho scritta in basso su di un mio acquarello. Un omaggio al poeta maremmano, arioso come i colori della sua terra.
Camminando tra i resti di Ghiaccioforte, sembra di sentire grida e clangore di drammi antichi e arrivati sull’orlo della collina ascolti il silenzio della valle dell’Albegna, t’innamori del volo della Poiana che compie evoluzioni più in basso, entri in altra dimensione in armonia con la natura circostante.
Le spiagge di Torba, Burano, Alberese, Principina in inverno tornano ad essere luogo di respiro, vero ossigeno per l’anima; si rigenerano dopo le folle estive» conclude Antonio Croce.
In riferimento alla Mostra Personale che sta per essere inaugurata nella Capitale, Antonio Croce sottolinea: “Sono grato alla curatrice Carla Guidi che ha operato una accurata selezione delle mie opere che verranno offerte in visione al pubblico. Ci tengo inoltre a dire che sono stato profondamente commosso dalla sensibilità rappresentata nei miei confronti dalla figlia di Alfio Cavoli, Daniela Cavoli, che gestisce il centro a Manciano dedicato al padre, grande scrittore. Avrò piacere di raccontare il legame che sento nei confronti della grande personalità di Alfio Cavoli in occasione del Vernissage. La figlia mi ha omaggiato di un libro per me introvabile scritto dal padre e sono grato che mi faccia l’onore di intervenire in occasione della mia mostra personale al Muef Art Gallery”.
Appuntamento presso l’elegante Muef Art Gallery (in Via Angelo Poliziano, 78b) per immergersi nella produzione artistica firmata da Antonio Croce sabato 25 marzo alle ore 17:30, ingresso libero.
Alessandra Battaglia