Appartenere alla fascia gialla, come a Roma, permette ai suoi residenti di sottostare al coprifuoco alle 22 come nel resto d’Italia: ora nel Lazio è alle 24, ma nelle zone rosse e in quelle arancioni scatterà rispettivamente alle 18 e alle 19. La didattica a distanza è obbligatoria soltanto per le scuole superiore e le università (se lo chiederanno) ma non per le medie. Non poco per una realtà come quella laziale, dove le reti per le connessioni veloci su banda larga non arrivano ovunque. C’è poi la possibilità di muoversi liberamente tra le varie province. E seppure i centri commerciali saranno chiusi nel weekend e di fatto è già partito lo stop ai musei dopo quelli di cinema teatri e parchi a tema, i ristoranti restano aperti la domenica. In sostanza, c’è più libertà di movimento, nonostante tutte le precauzioni del caso. Invece nelle zone rosse la chiusura è quasi totale.
Si guarda con apprensione soprattutto alla provincia di Viterbo e a quella di Frosinone. Ma l’ultimo decreto della presidenza del Consiglio permette alle Regioni di fare ordinanze per chiudere le aree dove esplodono i contagi. In quest’ottica si guarda, in provincia di Roma, a due aree. Come detto a Nord preoccupa la cintura dei comuni intorno al Lago di Bracciano dove si sono registrati casi legati a feste come nelle scuole. Attenzione quindi ad Anguillara Sabazia, Campagnano (in questo centro si sono avuti cluster in Rsa), Fiano Romano, Formello e Sacrofano. Su questo versante il numero dei malati, sintomatici o no, oscilla in media tra il livello 90 e quello 100 nell’indice che mette a confronto contagiati e abitanti totali.
Capitolo simile a sud di Roma nella zona dei Castelli, dove già i primi mesi della pandemia si sono registrati focolai nelle Rsa e dove queste strutture hanno mostrato molte carenze sul fronte dei controlli, che hanno costretto la Regione a una stretta o a mandare le sue squadre di medici e infermieri – le Uscar – per tamponi a tappeto. I numeri dicono che potrebbero finire in zona rossa realtà molto popolose come Albano, Ariccia, Castel Gandolfo, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Marino, Montecompatri, Nemi e Rocca di Papa. In questi comuni il numero dei malati, sintomatici o no, oscilla in media tra il livello 80 e quello 85 nell’indice che paragona contagiati e residenti. Dietro la promozione in fascia gialla del Lazio – che ha comunque un indice Rt sulla diffusione del contagio sopra quota 1,5 e i posti letto Covid saturi in molti ospedali – c’è il fatto che la regione risponde appieno a molti dei 21 parametri decisi dal governo per mantenere una certa di libertà di movimento.
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Tra questi ci sono la capacità di tracciare i contagiati, di fare i test, di aver una quantità sufficiente di personale per queste due attività, la fascia d’età dei contagiati e soprattutto i posti letto nelle terapie intensiva. Nella nostra regione è stato occupato un quarto di quelli totali. Ed è proprio su questi aspetti, per mantenere questi livelli, che i sindaci e la giunta Zingaretti devono lavorare per evitare minilockdown. Anche perché il numero dei ricoveri per Covid è destinato a raddoppiarsi. Intanto a Roma, pur saldamente in fascia verde, si guarda con apprensione alle prossime settimane soprattutto sul fronte dei trasporti: pochi i mezzi nelle fasce di punta (dalle 6 alle 8.30 del mattino e dalle 17 alle 18) e assembramenti su autobus e treni delle metropolitane, presi d’assalto soprattutto dagli studenti. Che non a caso sono diventati tra i principali viatici di contagio.
4 commenti
potete citare la fonte di questa notizia?! Finché non lo farete la considererò non veritiera e di conseguenza il vs “giornale” poco attendibile.
Saluti
Simona Cecchini
Buon giorno. Non è una notizia: abbiamo appunto usato il punto interrogativo. La nostra riflessione nasce dagli ultimi dati in crescita della regione Lazio reperibili facilmente sulla pagina Facebook “Salute Lazio”, in più alcuni Comuni dell’hinterland dei Castelli Romani, come Albano, sono realmente preoccupati. Quindi la nostra non è una notizia, ma una riflessione, più o meno condivisibile, dei dati raccolti in base anche ai nuovi indici di calcolo che comunque per i Castelli Romani – e questo è un fatto – sono allarmanti e in crescita. Per di più anche il DPCM stabilisce che, qualora ci fosse delle zone con alto indice di trasmmissione all’interno della fascia gialla, queste possono essere isolate e diventare zone rosse. Marino per esempio ieri era a 1,5 com valore Rt, quindi tecnicamente quasi in zona rossa
Questa non è una riflessione. È una notizia. E in quanto tale, se non supportata da fonti attendibili, è da considerarsi una fake.
C’è un punto interrogativo nel titolo: è una domanda, una riflessione, non una notizia. Una riflessione basata su dati reali e non discordante dalla realtà, ma la nostra rimane pur sempre una riflessione, opinabile certo. Nell’articolo abbiamo usato il condizionale, lo ha letto bene? Marino e Albano hanno un Rt molto, molto alto. Gli ha letti gli ultimi dati della Regione Lazio? Anche nel nuovo DPCM è specificato che all’interno delle zone gialle su possono isolare zone altamente pericolose.
Cordiali saluti