Olevano Romano, pittoresca cittadina medievale diventerà una delle location per le riprese di una serie televisiva dedicata al caso Amanda Knox, l’americana balzata al centro dell’attenzione mediatica internazionale a seguito del controverso omicidio di Meredith Kercher, avvenuto a Perugia nel 2007. Ad annunciarlo sui social un post che ha sottolineato l’importanza di questo evento per la località, già nota per il suo fascino e la sua storia.
Il progetto, destinato a debuttare su Hulu, la piattaforma streaming della Disney, si inserisce in un filone di serie e documentari che negli ultimi anni hanno trattato il caso della Knox, ma con una particolare angolazione. La produzione sarà curata dalla stessa Amanda Knox, che in questi anni ha cercato di ricostruire e raccontare la sua versione dei fatti, e dalla famosa Monica Lewinsky, l’ex stagista della Casa Bianca coinvolta nello scandalo che ha avuto implicazioni politiche e personali durante la presidenza di Bill Clinton. Il caso Meredith Kercher ha segnato una delle storie giudiziarie più complesse e discusse della cronaca nera internazionale. La giovane studentessa inglese, di 21 anni, fu trovata assassinata nel suo appartamento a Perugia il 2 novembre 2007. Inizialmente accusata di omicidio, Amanda Knox, all’epoca ventenne, trascorse quattro anni in carcere in Italia insieme al suo allora compagno di studi Raffaele Sollecito, prima di essere definitivamente assolta in appello nel 2015, dopo un lungo e travagliato processo.
L’uccisione è nota anche come delitto di Perugia o delitto di Via della Pergola, dall’indirizzo dell’appartamento dove Meredith Kercher viveva insieme ad altre studentesse. La sua vita si spezzò quando fu trovata priva di vita, con la gola tagliata, proprio nella stanza di Perugia. La studentessa britannica era a Perugia per un programma di scambio Erasmus presso l’Università per Stranieri. I fatti rappresentano uno dei casi di cronaca nera più discussi degli ultimi decenni.
La vicenda ha sollevato interrogativi sul sistema giudiziario italiano, alimentando un acceso dibattito pubblico, e divenendo un caso mediatico di portata mondiale. Le ricostruzioni, le dichiarazioni contrastanti e le ipotesi alternative hanno alimentato una spirale di speculazioni e controversie, trasformando la figura di Amanda Knox da giovane innocente a simbolo di un errore giudiziario, ma anche di una giustizia lenta e talvolta imprecisa.
Olevano Romano, scelta come set per la nuova serie, non è casuale: il comune laziale diventa il palcoscenico per un racconto che si interseca tra il vero e il vissuto personale della stessa Amanda Knox, che da tempo è diventata un volto pubblico e una figura simbolica per chi crede nella sua innocenza.
La serie, che promette di essere tanto un racconto drammatico quanto un viaggio attraverso le emozioni e i dubbi di una persona al centro di un caso giudiziario di tale portata, avrà un impatto non solo sul piano narrativo ma anche sul piano turistico e culturale per la piccola località di Olevano Romano. La bella città, celebre per aver ispirato centinaia di artisti del nord Europa nell’Ottocento, è pronta a tornare ad ispirare ospitando le riprese cinematografiche con il suo affascinante scenario, collocata come è sul monte Celeste, lungo la catena del complesso montuoso prenestini, lepini ed ernici.
La scelta di Olevano Romano come set non è infatti solo una questione legata alla trama della serie, ma anche alla bellezza e al fascino che la cittadina rappresenta. Con le sue stradine acciottolate, le antiche mura medievali e il panorama mozzafiato che si apre sulle valli circostanti, Olevano rappresenta una location perfetta per un progetto che vuole evocare atmosfere sospese e intime, ma allo stesso tempo cariche di una tensione drammatica. Un set insomma dalle tante potenzialità quello di Olevano. La scelta di Olevano come set cinematografico rappresenta un’opportunità unica per far conoscere al mondo le bellezze storiche e paesaggistiche del comune, nonché per contribuire allo sviluppo economico e culturale della zona.
La serie, che porta la firma di Amanda Knox, punta a raccontare la vicenda da una prospettiva personale e intima, cercando di dare un senso alle sue esperienze, alle sue emozioni e alla sua lotta per affermare la sua innocenza. La partecipazione di Monica Lewinsky, che condivide con la Knox una storia di esposizione mediatica a livello globale, aggiunge un ulteriore livello di interesse al progetto, aprendo la porta a riflessioni sulle dinamiche di potere, di giustizia e di vendetta che hanno attraversato la vita di entrambe le donne.
La serie potrebbe, dunque, non solo ripercorrere i fatti giudiziari, ma anche esplorare come la Knox abbia vissuto il periodo successivo alla sua scarcerazione, e come abbia affrontato la continua attenzione dei media. Un’opera che, probabilmente, offrirà anche uno spunto di riflessione sul ruolo della stampa e delle opinioni pubbliche nei casi giudiziari di grande rilevanza, e sul modo in cui la giustizia possa essere influenzata dall’opinione popolare. Il progetto si inserisce, infine, in una serie di produzioni internazionali che cercano di fare luce su storie di grande impatto mediatico, offrendo spesso interpretazioni nuove e provocatorie di vicende che hanno sconvolto il mondo intero.
La causa della mortesi Meredith, da quanto ricostruito dagli inquirenti, fu una grave emorragia causata da una ferita al collo inflitta con un’arma affilata. Inizialmente, le indagini si concentrarono su una serie di sospetti, ma nel corso del processo emersero elementi che legarono il delitto a Rudy Hermann Guede, un cittadino ivoriano che aveva già un precedente penale e che poi venne condannato in via definitiva per l’omicidio. La sua condanna si basò principalmente sulla prova del DNA rinvenuto sulla scena del crimine. Tuttavia, il caso si complicò ulteriormente quando Amanda Knox, la coinquilina di Meredith, e Raffaele Sollecito, il suo fidanzato italiano, furono accusati di essere complici di Guede nell’omicidio. Inizialmente condannati nel 2009, sia Knox che Sollecito furono successivamente assolti in appello nel 2011, grazie all’inconsistenza delle prove a loro carico. Tuttavia, la decisione fu annullata dalla Corte di Cassazione nel 2013, che ordinò un nuovo processo, ritenendo che ci fossero stati errori nelle indagini e nelle motivazioni della sentenza. (Nella foto sotto Amanda Knox all’epoca mentre lascia il carcere di Perugia su un’auto insieme a Corrado Maria Daclon, segretario generale della Fondazione Italia USA).
Nel gennaio 2014, la Corte d’Appello di Firenze ribaltò nuovamente le assoluzioni, condannando Knox a 28 anni e 6 mesi e Sollecito a 25 anni. Ma nel 2015, la Corte di Cassazione annullò definitivamente le condanne, assolvendo entrambi per mancanza di prove concrete e per errori nelle indagini. In particolare, non fu mai trovata alcuna traccia di Knox o Sollecito sulla scena del crimine, e le prove che li collegavano all’omicidio furono considerate insufficienti.
Il caso di Meredith Kercher ha avuto un’enorme risonanza internazionale, non solo per l’omicidio in sé, ma anche per il modo in cui la vicenda è stata trattata dai media, che hanno spesso polarizzato l’opinione pubblica, soprattutto in relazione alla figura di Amanda Knox, divenuta simbolo di un errore giudiziario per alcuni e di una giustizia inadeguata per altri. Il caso è stato anche oggetto di numerosi documentari e produzioni giornalistiche, mantenendo alta l’attenzione su di esso per anni. Da allora Meredith Kercher è sepolta nel cimitero di Croydon, Londra, mentre il caso continua a essere un capitolo controverso nella storia della giustizia penale internazionale.
Alessandra Battaglia